Roma, donna chiama la polizia: «Aiuto, mio marito mi ha sequestrata». Gli agenti arrivano e vengono aggrediti

Roma, donna chiama la polizia: «Aiuto, mio marito mi ha sequestrata». Gli agenti arrivano e vengono aggrediti
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Lunedì 30 Maggio 2016, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 10:39
Agenti del commissariato di Spinaceto, a Roma, sono intervenuti per sedare una lite e sono stati aggrediti. Una donna ha telefonato al commissariato denunciato di essere stata picchiata e sequestrata dal suo ex compagno, un romano di 45 anni, risultato poi avere diversi precedenti di Polizia. La donna, anch'essa nota per i suoi trascorsi giudiziari, in un momento di distrazione del suo aguzzino era riuscita a telefonare alla Polizia. Arrivati sul posto gli agenti, già sul pianerottolo dell'edificio, hanno udito le grida di aiuto della donna e, dopo aver insistentemente bussato e suonato alla porta, sono riusciti a farsi aprire dalla madre dell'uomo anch'essa violentemente spintonata dal figlio. La compagna dell'uomo, con evidenti ecchimosi al volto, è corsa verso gli agenti confermando quanto riferito al telefono.

L'aggressore, seduto sul divano, in evidente stato di alterazione psico-fisica, ha continuato ad ingiuriare e minacciare di morte la convivente.
Alla richiesta degli agenti di mostrare i documenti di identificazione si è rifiutato iniziando ad ingiuriare anche loro. All'invito dei poliziotti a seguirli, ha opposto resistenza, tale da rendere necessario l'invio sul posto di un'altra volante. La donna, soccorsa da una ambulanza del 118 è stata trasportata presso il pronto soccorso dell'ospedale dove è stata giudicata guaribile in 10 giorni per trauma cranico, facciale nonché ai polsi. Lievemente feriti anche gli operatori di Polizia. Durante il trasporto al commissariato, il fermato ha continuato a dare in escandescenze, picchiando con la testa e con calci gli agenti, sputandogli contro e compiendo atti di autolesionismo al fine evitare l'arresto. L'uomo dovrà rispondere di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale nonché lesioni nei confronti della convivente.
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