Roma, Simona e il giallo del palazzo: «La chiave della morte è qui»

Roma, Simona e il giallo del palazzo: «La chiave della morte è qui»
di Raffaella Troili
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Martedì 5 Novembre 2013, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 07:47

E’ quella palazzina liberty, sono il suo terrazzo e il suo giardino, assieme alle testimonianze dei vicini, a custodire i segreti degli ultimi istanti di vita di Simona Riso. Dopo un lungo sopralluogo in via Urbisaglia, dove mercoledì scorso la ventottenne è stata trovata agonizzante (è poi morta al San Giovanni), gli inquirenti ritengono che la soluzione del giallo va cercata lì, nel condominio, dunque nelle tracce lasciate da Simona tra le cinque e le sette del mattino, nella casa al seminterrato, le scale che portano al terzo piano, la scala a chiocciola, il terrazzo condominiale. L’ipotesi che prende forza è che la ragazza sia precipitata nel cortile posteriore del palazzo in cui viveva: è questo il nuovo orientamento della procura di Roma alla luce del sopralluogo fatto ieri dal pm Attilio Pisani e della rilettura dei risultati autoptici. Resta da chiarire se sia stata spinta, se si sia buttata o se invece sia caduta accidentalmente.

I GRAFFI

Gli inquirenti puntano su alcuni graffi trovati sul corpo e sul viso di Simona e giudicati compatibili con l’impatto con gli arbusti del cortile durante una caduta.

Va detto però che anche i medici del San Giovanni, che hanno provato a salvarla, hanno notato quei segni sul corpo e non hanno avuto dubbi: sembrava vittima di un’aggressione. Caduta volontaria, accidentale o provocata? Gli investigatori continuano a non escludere nessuna pista, dal suicidio all’omicidio, passando per un tentativo di violenza finito male. Ora si tratta di capire da dove potrebbe essere precipitata la giovane di 28 anni, considerato che abitava al seminterrato e da cosa sia stata causata la caduta.

Ritengono gli inquirenti che le circostanze della morte di Simona Riso «sarebbero circoscritte all'ambito in cui viveva», vuol dire che Simona - anche alla luce di quanto emerso dalle telecamere - non è uscita dal portone, non è stata aggredita e trascinata nel cortile; l’arco di tempo è quello che va dalle 5 meno un quarto, ora in cui sente la madre al telefono, e le 7, quando è trovata agonizzante. Anche il primo a soccorrerla nota che la ragazza sbatte ritmicamente il gomito a terra, come se volesse richiamare l’attenzione. Un rumore che nelle ore precedenti avevano sentito diversi che abitano nelle palazzine intorno. Simona aveva la parte posteriore del bacino e due costole rotte, una delle quali ha perforato la pleura. Purtroppo ai soccorritori ha detto d’esser stata violentata da uno sconosciuto, frase che forse ha fatto ritardare il tentativo di salvarla.

LE TELECAMERE

Anche dall’esame dei video delle telecamere a circuito chiuso della zona, per ora non sarebbero emersi movimenti sospetti all’esterno della palazzina. Dunque Simona non sarebbe uscita dal portone, anche se aveva con sè le chiavi di casa. Al vaglio del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e del sostituto Pisani c'è anche l'assunzione di farmaci da parte della giovane, in particolare di un potente ansiolitico e dei suoi effetti collaterali, del quale, nell'appartamento, sono stati trovati una confezione e la relativa prescrizione. La giovane aveva da poco cambiato farmaco, era sempre solare e sorridente ma anche molto stanca e provata ha raccontato chi viveva con lei. Quella notte ha scambiato messaggi fino alle 2 del mattino, alle 4,41 ha ricevuto la chiamata della mamma: doveva svegliarsi e andare al lavoro, hanno chiacchierato per qualche decina di minuti, «era tranquilla, mi ha salutato serena», ha detto la madre. «Abbiamo segnalato qualche persona che potrebbe essere sospetta e nei prossimi giorni sarà interrogata - dice il fratello Nicola Riso - il fatto che mia sorella sia caduta dall’alto non vuol dire che non si sia trattato di omicidio». Nei prossimi giorni saranno riascoltati i vicini, il cugino Francesco e i due studenti che vivevano con lei.

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