Roma, svolta nel giallo di San Giovanni: per il pm è omicidio volontario. Caccia al killer

Roma, svolta nel giallo di San Giovanni: per il pm è omicidio volontario. Caccia al killer
di Mauro Evangelisti
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Domenica 3 Novembre 2013, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 08:08

​Simona Riso, 28 anni, una bella ragazza, esile e bruna, sorride ancora nella foto della sua pagina Facebook. Simona è morta. Ed è stata ammazzata. La procura ora indaga per omicidio volontario. Ormai prende sempre più forza una conclusione drammatica, sostenuta da subito dalla famiglia: Simona è stata aggredita e pestata a sangue. Lasciata agonizzante nel giardino del retro della palazzina di via Urbisaglia, a San Giovanni, con il bacino rotto, lesioni in tutto il corpo e quella costola spezzata che, secondo l’autopsia, ha provocato l’insufficienza respiratoria e dunque la morte.

L’INCHIESTA

Il fatto che il fascicolo inizialmente sia stato aperto per omicidio colposo non era una gabbia: i primi riscontri dell’autopsia hanno dimostrato che fratture tanto gravi sono compatibili con una aggressione violenta e spietata.

La pista del suicidio resta, ma non è più l’unica. Per quanto riguarda l’operato dei medici del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni, questa è materia lasciata ai periti: la procura ha acquisito le cartelle cliniche, ma in questo momento ci si concentra maggiormente sulle cause della tragedia, cioè bisogna capire come mai Simona Riso sia stata trovata agonizzante sotto casa. L’avvocato Sebastiano Russo, che assiste la famiglia, è perentorio: «L’autopsia è chiara, è stata ammazzata di botte. Smentiamo decisamente che la ragazza avesse mai tentato il suicidio, è falso». Si tratta di un caso molto complicato e per tutto il pomeriggio di ieri i Ris (la scientifica dei carabinieri) hanno svolto i rilievi nell’appartamento dove Simona abitava insieme al cugino e a due giovani francesi in Italia per l’Erasmus. Tutti i coinquilini sono già stati sentiti dai carabinieri che hanno parlato a lungo anche con i familiari. Poi sono stati ascoltati i vicini e gli amici di Simona. Visionata la sua pagina Facebook e recuperate le immagini di alcune telecamere di video sorveglianza della zona. «C’è un assassino, violento, che circola per strada», non si dà pace l’avvocato Russo.

IL PIANTO

Raccontano che mercoledì mattina, quando verso le 10 il cuore di Simona Riso ha smesso di battere, al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni qualcuno abbia pianto. Chi si occupa delle emergenze è abituato alle tragedie, ma la storia di quella povera ragazza fragile e sottile che ha lottato per tre ore prima di arrendersi aveva commosso tutti. Il sospetto degli investigatori è che poiché la ragazza aveva detto di aver subito una violenza sessuale, ci si sia concentrati sul percorso delle visite ginecologiche invece di affrontare il problema delle gravi lesioni interne. Ufficialmente all’ospedale San Giovanni non possono rilasciare dichiarazioni: c’è anche una indagine interna perché la Regione ha chiesto una relazione su quanto avvenuto. E ieri una deputata calabrese (Simona era originaria della provincia di Vibo Valentia) di M5S, Dalila Nesci, ha preannunciato che presenterà un’interrogazione parlamentare.

I CAMICI BIANCHI

Ma al San Giovanni sono certi di avere fatto tutto il possibile per salvare Simona. Ricordano: mercoledì mattina la ragazza, in ambulanza, racconta di essere stata violentata, arriva in codice rosso e subito i medici del pronto soccorso attivano i protocolli previsti in casi di stupro. «Viene sollecitato l’intervento del ginecologo - racconta un medico - ma questo non significa che non si curi nel migliore modo possibile, se ci sono delle lesioni, la paziente». E questo, assicurano, è stato fatto per Simona Riso. Al San Giovanni ieri circolava anche un’altra idea, che ovviamente è solo la convinzione di chi ha visto e visitato Simona nell’emergenza e oltre non può andare. L’ipotesi che la ragazza avesse tentato di suicidarsi viene ritenuta altamente improbabile. Ricordano in quali condizioni arrivò la ragazza e allora ci furono pochi dubbi sul fatto che fosse la vittima di un’aggressione. Ultimo mistero: dai riscontri della visita e dell’autopsia è emerso che in realtà la violenza sessuale non c’è stata. Perché Simona disse «sono stata violentata»? Ma anche su questo bisogna fare valutazioni equilibrate: Simona era stata aggredita, forse qualcuno aveva tentato di abusare di lei e Simona, in fin di vita, quando parla con i primi soccorritori ha il ricordo di una violenza.

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