Roma, tenta la truffa dello specchietto spacciandosi per un Casamonica: condannato a 4 anni

Roma, tenta la truffa dello specchietto spacciandosi per un Casamonica: condannato a 4 anni
di Adelaide Pierucci
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Lunedì 14 Maggio 2018, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 15:14
Per mettere paura ha millantato di essere un boss dei Casamonica. «Sbrigati, vai a prendere i soldi al bancomat - ha detto - Mi hai rotto l'orologio con lo specchietto della tua auto. Sono un pugile, sono il boss di via Pincherle, e appartengo ai Casamonica. Ti conviene fare quello che ti dico. Prendi tanti soldi». Ma non è stato fortunato Alessandro Bevilacqua, 30 anni, un rom italiano appartenente all'omonima famiglia specializzata nella truffa degli specchietti: la vittima prescelta di fronte alla sede dell'associazione Capitolina Scherma, era un ufficiale dei carabinieri, che poi lo ha fatto arrestare per estorsione.

Bevilacqua, l'altra mattina, è stato condannato con rito abbreviato, davanti al gip Monica Ciancio, a 4 anni e 4 mesi di carcere. Il pm Carlo Villani aveva chiesto quattro anni. L'ufficiale si era sentito bussare al finestrino da un trentenne, moro, barba incolta, altezza media, con un giubbino scuro e un tatuaggio: «Guarda, poco fa mi ha urtato con l'auto l'orologio. Non te ne sei accorto? Ora per favore paghi il danno».

L'ufficiale, nonostante fosse certo di non averlo neppure sfiorato, ha proposto un accordo ma solo in presenza dei vigili, ma è stato rifiutato. A quel punto ha provato a offrire, a scopo conciliativo, venti euro. Il truffatore ha preso la banconota e l'ha gettata per terra e poi infuriato lo ha minacciato vantandosi di essere un boss dei Casamonica: «Vai al bancomat a prendere i soldi».

La vittima si è qualificata mostrando il tesserino e Bevilacqua è scappato ma è stato identificato il giorno dopo tra 75 foto segnaletiche. L'arresto è stato eseguito a febbraio. «L'indagato - riporta l'ordine di cattura - mostra di essere aduso non solo alla violenza ma anche alle minacce adducendo di essere in contatto con ambienti criminali di particolare pericolosità sociale».
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