Il primo cittadino puntualizza che la rimozione dei sampietrini da arterie come via Nazionale è finalizzato a riqualificare le periferie. «Le zone pedonali non devono esserci solo a via dei Fori Imperiali - afferma Marino - ma devono esserci nelle nostre periferie, perché non arredarle con quei bellissimi sampietrini che togliamo da vie dove rappresentano un pericolo per il traffico?».
L'INTERVENTO Non solo, perché a chiarire quel siparietto andato in scena tra il sindaco e il neoassessore Pucci, interviene una nota ufficiale del Campidoglio. «Un metro quadrato di posa di sampietrini costa infatti 212 euro, la stessa superficie in asfalto moderno ne costa 52. I sampietrini rimossi possono dunque rappresentare un valore prezioso da utilizzare come “cambio merce” negli appalti con le aziende incaricate di ripavimentare le strade sia in asfalto che con i sampietrini rimossi».
«Si sta studiando - prosegue la nota - questa opportunità come ipotesi di lavoro. In tal senso, e solo in questo contesto, si può quindi parlare di un valore economico di "vendita" dello storico fondo stradale cittadino».
LE POLEMICHE Tuttavia, le spiegazioni fornite dal sindaco e dal Campidoglio sul progetto non convince l'opposizione. Su Twitter Francesco Storace, vicepresidente del consiglio regionale del Lazio, è convinto che la vendita dei sampietrini non sia stata archiviate e che dopo «l'asta sulle pietre, il sindaco si appresta a piazzare la fontana di Trevi». Dal Nuovo centro destra, invece, i deputati Fabrizio Cicchitto e Gianni Sammarco parlano di «inversione a “U” da parte di Marino» che, dicono: «Dopo aver mandato avanti Pucci per testare l'effetto della proposta, rinsavisce e ferma i deliri del suo assessore. È stato evitato uno scempio».
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