Roma, i pm: «Nei telefoni cellulari di Carminati nuovi segreti di Mafia capitale»

Roma, i pm: «Nei telefoni cellulari di Carminati nuovi segreti di Mafia capitale»
di Adelaide Pierucci
3 Minuti di Lettura
Martedì 11 Ottobre 2016, 09:57 - Ultimo aggiornamento: 17:05

Mentre il maxi processo di Mafia Capitale si avvia alle battute finali con la parola riservata alle difese, spuntano in aula due telefonini di Massimo Carminati. Due cellulari sequestrati il giorno dell'arresto del Nero, nel dicembre di due anni fa, e finora mai esaminati. O meglio mai espugnati, visto che nessun esperto interpellato dagli inquirenti, è riuscito finora ad aprirli. Potrebbero rivelare nuovi segreti e rapporti privilegiati del boss con il mondo della politica romana e dell'amministrazione.
 


Gli apparecchi, due iPhone (come un terzo telefonino sequestrato a Riccardo Brugia, braccio destro di Carminati) sono rimasti silenziosi fino a questo momento per problemi tecnici. Si tratta di cellulari di ultima generazione, dai quali è praticamente impossibile estrapolare i dati senza il consenso del proprietario. Fallita la perizia affidata dalla procura a esperti in Germania, i tre telefoni sono stati rispediti a Roma, e da ieri consegnati un tecnico italiano, il professore Edoardo Arena. Che ha avuto l'autorizzazione a procedere all'apertura anche dai legali dello stesso boss e del suo socio, violando quelle che sono le rigide regole di garanzia della duplicazione forense (che complicherebbero l'estrapolazione). Da noi nessuna opposizione, ha dichiarato Ippolita Naso che assiste i due imputati assieme al padre. La difesa di Carminati sarà comunque presente alle operazioni di estrapolazione dei dati con un proprio consulente di parte che sarà nominato nei prossimi giorni. Nel frattempo i tre cellulari sono stati messi nella cassaforte dell'aula bunker di Rebibbia dove si sta svolgendo il maxiprocesso.
IN CASSAFORTE
Ieri, intanto, l'esperto ha cominciato con il consegnare la perizia conclusiva su cento supporti informatici (tra pc telefoni video modem sistemi di videosorveglianza) che gli erano stati dati nei mesi scorsi dal pm Luca Tescaroli. Una mole enorme di materiale concentrata ora su due hard disk. «Non siano riusciti a esaminare solo i tre telefoni - ha precisato il perito, riferendosi agli apparecchi sequestrati a Carminati e Brugia - Potremmo farlo seguendo le rigide garanzie della duplicazione dei dati forense solo tra qualche mese. I telefonini vengono sempre più aggiornati per non essere facilmente decodificati. Per anticipare i tempi ci sarebbe quindi solo l'alternativa non forense». Una violazione che ha trovato l'accordo dei legali di Carminati e di Brugia e che potrebbe rivelarsi utile anche per gli altri imputati. L'apertura dei cellulari infatti potrebbe portare a rivelazioni su contatti e nomi vicino al Nero. Massimo Carminati, comunque, era solito usare poco il telefono ed era scaltro abbastanza da cambiare ogni due tre settimane gli apparecchi. Mentre perle comunicazioni più delicate usava le poche cabine rimaste in circolazione. Sapeva di essere controllato e sperava di farla franca.
 
 

LE INTERCETTAZIONI
Era proprio il Cecato anzi a distribuire cellulari e schede telefoniche intestate in genere a extracomunitari. Mentre con Riccardo Brugia, Carlo Pucci, Fabrizio Franco Testa e Salvatore Buzzi usava utenze protette. O almeno così pensava, visto che i carabinieri del Ros sono riusciti a stanare centinaia e centinaia di intercettazioni a carico di Carminati, come quella in cui elaborava la teoria del Mondo di mezzo, che ha dato il nome all'inchiesta, oppure quella in cui commentava l'andazzo politico in Campidoglio: «Questi consiglieri comunali devono sta' ai nostri ordini. Ma perché io devo sta agli ordini tuoi? Te pago, ma vaffanculo!».