Roma, al Quadraro rinasce il parco della Torre del Fiscale, gioiello di storia, arte e natura

Roma, al Quadraro rinasce il parco della Torre del Fiscale, gioiello di storia, arte e natura
di Laura Larcan
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Mercoledì 30 Maggio 2018, 17:19

Trenta metri d’altezza per un concentrato di storia lunga duemila anni, che attraversa l’impero, l’assedio dei Goti di Vitige, le faide tra famiglie nobili e la Chiesa. A guardarla, con gli occhi all’insù, sembra sfiorare il cielo. Imponente e maestosa, è considerata dagli archeologi come il “colosso” dell’agro romano, ciclopica icona delle vedute pittoresche dei viaggiatori del Grand Tour. E la Torre del Fiscale, titanico baluardo del parco che porta il suo nome, costola straordinaria del parco archeologico dell’Appia Antica, conquista la sua ribalta. Venerdì 1 giugno, infatti, torna visibile dopo un lungo e complesso intervento di consolidamento e restauro, impreziosito dal debutto della nuova illuminazione permanente (finanziato con un milione di euro).
 

 


L’operazione è tutta nelle corde della direttrice del parco archeologico dell’Appia Antica Rita Paris che punta a restituire ad un quartiere (una buona fetta del VII Municipio) «un sito di grande spessore culturale, dove storia e natura si fondono». La rinascita del parco della Torre del Fiscale, dunque, passa proprio dalla riscoperta della sua star: «I lavori hanno consentito di ricomporre l’unità architettonica del monumento e renderne leggibili finalmente tutte le trasformazioni che l’hanno vista protagonista nei secoli», spiega la Paris. E non sono mancate le sorprese storiche, grazie anche ad un accurato studio delle strutture e delle fonti d’archivio. «Si è sempre ritenuto che queste torri costituissero un articolato sistema di vedetta e segnalazione, diffuso capillarmente su tutto il territorio - racconta Rita Paris - In realtà queste imponenti costruzioni appartenevano a nobili famiglie romane che, con il tempo, avevano assunto il controllo di ampi latifondi a scapito della Chiesa. Ecco allora che le torri servivano soprattutto per difendere il raccolto e gli attrezzi agricoli custoditi nei casali e nei recinti, che quasi sempre accompagnavano tali strutture». Come nel caso della Torre del Fiscale, che venerdì avrà la sua speciale festa aperta alla cittadinanza (appuntamento presso il Casale in via dell’Acquedotto Felice 120).

Si comincia dalle 18:30 con il concerto dal vivo dell’orchestra degli studenti della scuola Lewis Carroll, e si prosegue con la presentazione dei lavori appena compiuti (a cura dell’archeologa del parco Carmelina Ariosto), e la visita guidata al monumento. E si conclude con l’accensione del nuovo impianto di illuminazione permanente: «Una nuova luce finalizzata a valorizzare questo monumento e a renderlo sempre più accessibile e punto di riferimento per il territorio e i suoi abitanti», dice Paris. In fondo, la presenza della Torre del Fiscale è un vanto che regala prestigio storico al quartiere. La sua storia d’altronde viene da lontano. Le sue origini sono legate al “punto” strategico in cui gli acquedotti Claudio e Marcio si intersecano, disegnando un quadrilatero perfetto. È su queste strutture che comincerà a scalare il cielo la Torre tra XII e XIII secolo.

Una data certa è il 1277, quando la potente famiglia baronale degli Annibaldi vendette la tenuta di Arcus Tiburtinus (Arco di Travertino con mulino, vigne e recinto, compresa la torre), a Giovanni Del Giudice.
Cambiano denominazioni e proprietari, fino al toponimo del Fiscale conquistato nel XVII secolo, quando passò nelle mani di Filippo Foppi, tesoriere (da cui “ fiscale”) dello Stato Pontificio. Ma le novità non finiscono qui: «Il prossimo obiettivo - annuncia Paris - sarà quello dell’apertura di un percorso diretto tra il Parco della Torre del Fiscale e quello degli Acquedotti, in attesa che si possa concretizzare anche un cammino di congiunzione con il Parco delle Tombe Latine».

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