Rifiuti a Colleferro, la resa dell'Ama: «Sì all'inceneritore»

Rifiuti a Colleferro, la resa dell'Ama: «Sì all'inceneritore»
di Mauro Evangelisti
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Martedì 7 Agosto 2018, 09:11
L'Ama guidata da un presidente scelto dal Movimento 5 Stelle chiede di accendere l'inceneritore di Colleferro, a poco più di 50 chilometri da Roma. Sorpresa? Beh, la realtà è sempre più sgradevole degli slogan e dei post su Facebook e racconta che Ama continua a portare, in un anno, quasi centomila di tonnellate di rifiuti negli inceneritori in giro per l'Italia. Non solo: poiché, come spiegato più volte dalla sindaca Virginia Raggi e dall'Ama, la produzione dei rifiuti indifferenziati è aumentata, è evidente che la «fame» di impianti di Roma è destinata a crescere.

PARADOSSO
Appare dunque un paradosso che da una parte Ama porti i rifiuti in inceneritori fuori dal Lazio (ad esclusione di San Vittore, provincia di Frosinone) spendendo molti soldi, dall'altra il Campidoglio ribadisca di essere contrario agli inceneritori, così come dal resto la Regione che non ha dato il via libera al revamping (l'ammodernamento) dell'impianto di Colleferro. Va ricordato che nell'inceneritore di Colleferro ci sono due linee: una è di proprietà di Lazio Ambiente (società in crisi completamente della Regione), una è di Ep Sistemi (al 60 per cento di Lazio Ambiente, al 40 di Ama). Nei mesi scorsi c'è stata la ricapitalizzazione di Ep Sistemi e anche l'Ama ha contributo con oltre 2 milioni di euro. Come ricordato dall'agenzia Dire, la settimana scorsa il presidente dell'Ama, Lorenzo Bagnacani, ha scritto una lettera a Ep Sistemi chiedendo di fare partire i lavori per rimettere in funzione l'inceneritore; i rappresentanti di Ama hanno ribadito questa posizione in assemblea. Il tentativo della Regione di vendere Lazio Ambiente e di Ama di cedere la sua quota di Ep sistemi è fallito, in sostanza si è finiti in un vicolo cieco.

I NODI
La giunta Zingaretti non vuole attivare l'inceneritore, anche perché ci sono problemi politici con il sindaco di Colleferro che è del Pd; la giunta Raggi non può dire apertamente «vogliamo l'inceneritore di Colleferro» perché significherebbe tradire uno dei valori fondanti del Movimento 5 Stelle che, giusto o sbagliato che sia, ha sempre detto no a questo tipo di impianti. Ama però deve è tornata a insistere nella richiesta di attivazione dell'inceneritore di Colleferro perché in Ep Sistemi ha già iniettato direttamente o indirettamente 12 milioni di euro: tirarsi indietro, significherebbe essere chiamati a rispondere come azienda per uno spreco di denaro pubblico. Un pasticcio non da poco, tenendo conto che a Colleferro c'è anche la discarica di Colle Fagiolara, dove Roma potrebbe portare parte dei suoi scarti (anche se l'impianto, sulla carta, è destinato a chiudere nel 2019). Per il revamping dell'inceneritore servirebbero altri 50 milioni di euro.

Nel frattempo Lazio Ambiente è sempre più in difficoltà, con i 400 dipendenti che nei giorni scorsi hanno denunciato il pagamento in ritardo degli stipendi. Nel risiko degli impianti in cui Regione e Roma Capitale non riescono a trovare una soluzione concordata, s'inserisce un sistema sempre più in difficoltà perché al di là dei proclami sulla differenziata, dei nuovi microspicchi di città raggiunti del nuovo sistema, l'indifferenziato continua ad aumentare, come dimostrano i dati che ogni giorno Ama pubblica sul sito. L'effetto è che gli impianti di trattamento di Rocca Cencia e via Salaria sono ancora sotto stress, malgrado sia il mese di agosto. «Solitamente - spiega un insider del tmb di via Salaria - in questo mese si svuotava l'impianto per essere pronti a settembre, invece quest'anno la situazione è differente ed è difficile prevedere cosa succederà dopo l'estate». Basta transitare da via Salaria per accorgersi che i miasmi sono ancora molto forti e che per la popolazione non c'è tregua neppure nel mese di agosto.
 
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