Roma, stop ai rifiuti in Abruzzo. Il Comune: «La Regione ci aiuti, o sarà emergenza»

Roma, stop ai rifiuti in Abruzzo. Il Comune: «La Regione ci aiuti, o sarà emergenza»
di Fabio Rossi
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Lunedì 7 Maggio 2018, 08:06 - Ultimo aggiornamento: 08:10

Mentre si tenta a fatica di superare la mini emergenza causata dal lungo ponte tra il 25 aprile e il 1° maggio - con cassonetti ancora strapieni in centro come in periferia - il Campidoglio cerca la sponda della Regione per evitarne una ben più grave a stretto giro. A breve scadrà il contratto stipulato con l'Abruzzo subito dopo la crisi dello scorso periodo natalizio: la Regione adriatica aveva accettato di portarsi a casa fino a 40 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati non riciclabili, il cosiddetto talquale, che rappresentano il principale tallone d'Achille del sistema di smaltimento della Capitale. Visto che, dopo la chiusura della discarica di Malagrotta (e in attesa della tanto annunciata impennata della raccolta differenziata), Roma non ha impianti sufficienti per smaltire quelli che produce.

LA TRATTATIVA
Ma l'accordo sta per scadere, visto che dalla Città eterna sono già partiti più di 35 mila tonnellate di indifferenziati: entro la fine del mese, insomma, l'Abruzzo potrebbe chiudere le porte all'immondizia romana. Per questo motivo il Comune ha chiesto aiuto alla Regione, che già si era attivata per risolvere la crisi di gennaio. Venerdì scorso l'assessore capitolino all'ambiente, Pinuccia Montanari, ha incontrato Massimiliano Valeriani, responsabile regionale dei rifiuti: l'istanza dell'Ama - prorogare l'accordo fino alla fine dell'anno - ha buone possibilità di incontrare disco verde tra L'Aquila e Pescara. E gli uffici delle due amministrazioni romane sarebbero a lavoro anche per trovare altri impianti nel Lazio disponibili a trattare l'immondizia di Roma.

I RISCHI
Ma l'estate si preannuncia comunque molto calda, su questo fronte. Sono andate deserte le gare per lo smaltimento dei rifiuti trattati negli impianti Tmb di Salario e Rocca Cencia, e dal 7 luglio l'Ama non potrà più consegnare il combustibile da rifiuti alle imprese che attualmente continuano a lavorare in regime di proroga di contratto. Nello stesso mese, poi, saranno spenti per manutenzione programmata gli impianti di Emilia-Romagna e Lombardia, dove attualmente l'Ama spedisce migliaia di tonnellate di rifiuti. C'è poco tempo, quindi, per trovare soluzioni valide ed evitare una crisi annunciata.

IL RECORD
A causare i disagi degli ultimi giorni, secondo i dati dell'Ama, è stata anche l'impennata della produzione di rifiuti, dovuta anche al consistente afflusso turistico. Solo ad aprile, spiegano dalla municipalizzata, sono state complessivamente raccolte 6.452 tonnellate di rifiuti urbani residui in più: un impennata dell'8,3 per cento rispetto allo stesso mese del 2017. Anche il ponte del 1° maggio ha prodotto dati piuttosto rilevanti: lunedì 30 aprile Ama ha infatti raccolto 3.350 tonnellate di soli rur (rifiuti urbani residui): circa 300 tonnellate in più rispetto ad un lunedì standard. Martedì 1° maggio invece ne sono state raccolte 1.850 tonnellate: 500 in più rispetto al 1° maggio dello scorso anno. Il trend è in crescita dall'inizio dell'anno: sono circa 17 mila le tonnellate di rifiuti in più raccolte da gennaio a oggi, pari a circa il 3 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2017. Lieve crescita, infine, per la differenziata: nel primo trimestre del 2018 si è arrivati al 44,8 per cento di materiali riciclabili recuperati, rispetto al 44,4 per cento dell'anno precedente.
 

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