«Troppo spesso - commenta Costantino - gli agenti di polizia penitenziaria sono lasciati soli anche a causa del sovraffollamento degli istituti e per la carenza ormai cronica del personale». Così, nell'arco di quindici giorni salgono a quattro le azioni violente ai danni degli agenti. Due settimane fa, una poliziotta che sorvegliava un reparto di Rebibbia è stata picchiata da una detenuta. Pochi giorni prima una collega ha subito lo stesso trattamento. Due agenti sono stati feriti nel centro per minori di via Virginia Agnelli. In questo caso i pubblici ufficiali hanno riportato quindici giorni di prognosi a causa delle percosse subite da un minorenne.
AFFOLLAMENTO
Le aggressioni che si sono registrate a Regina Coeli e nel complesso di Rebibbia (che comprende cinque istituti) quest'anno sono arrivate a 50. «Spesso vengono omesse - sottolinea Massimo Costantino - quelle meno cruente o per le quali si registra una bassa prognosi di guarigione per l'agente che l'ha subita». Ad aumentare tensioni e violenza c'è anche il fenomeno del sovraffollamento. Così si scopre che a Regina Coeli invece di esserci 624 detenuti così come prevede il regolamento ne sono reclusi 890. Nel nuovo complesso di Rebibbia ci sono 1394 detenuti invece di 1203. Sono 200 le aggressioni di quest'anno nelle carceri del Lazio. «La carenza di organico è un grande problema - prosegue Massimo Costantino -. Quando un detenuto ha bisogno di cure che nel carcere non gli possono essere garantite, come è giusto che sia, deve essere trasportato in ospedale e servono almeno tre agenti per ogni un detenuto».
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