Prof denunciati al liceo, l'assessore Cattoi: «Inaccettabile atto di minaccia e censura». De Palo: «Solo i genitori devono parlare di sessualità ai figli»

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Lunedì 28 Aprile 2014, 22:04
L'iniziativa di alcuni professori del liceo Giulio Cesare di Roma, che hanno deciso di far leggere agli studenti di quinto ginnasio il libro “Sei come sei” di Melania Mazzocca che parla del mondo omosessuale con contenuti parecchio espliciti, ha scatenato un vero putiferio.



Fra chi davvero non ha gradito l'iniziativa dei professori c'è Gianluigi De Palo, consigliere comunale di Roma e capogruppo della lista civica Cittadini X Roma: «È una logica folle: questo è come dire che la famiglia non è più chiamata a educare i figli, perché ci pensa la scuola, peraltro in maniera invasiva. Non è una questione morale, ma educativa. Così si rompono i più basilari meccanismi educativi. Solo i genitori devono occuparsi di parlare di sessualità con i propri figli».



Niente a che vedere, sottolinea De Palo, con la lotta all'omofobia: «L'omofobia è sinonimo di ignoranza e basta. È qualcosa che va condannato totalmente. Ma rendere tutto lecito e parlare in classe di sesso in maniera tanto esplicita, a cosa può giovare? Sfido a trovare un genitore che sia contento di sapere che i propri figli a scuola leggano certe cose. Il problema è che quello del Giulio Cesare non è un caso isolato, ma è una tendenza della scuola in tutto il Paese, già a partire dalle elementari. Si formano gli educatori e le educatrici affinché spingano gli alunni a non si rispettare la differenza di genere. Basti pensare che sono stati presentati dei progetti in alcune scuole di Roma in cui si chiedeva ai bambini di portare specchietto e rossetto».



D'altra parte la vicenda ha suscitato la reazione anche di Alessandra Cattoi, assessore alla Scuola, Infanzia e Pari Opportunità di Roma Capitale, arrabbiata per la denuncia presentata contro i professori: «Quanto accaduto al liceo Giulio Cesare costituisce un inaccettabile atto di minaccia e di censura omofoba. E testimonia di quanto ancora dobbiamo lavorare per contrastare gli stereotipi e gli atteggiamenti aggressivi che possono sfociare in episodi di violenza», ha scritto la Cattoi in una nota, «L’accaduto è ancora più grave perché riguarda la scuola, il luogo per eccellenza dove si insegna il rispetto per le differenze e il valore dei diritti di tutte le persone.



Dobbiamo stigmatizzare ogni comportamento omofobo e al tempo stesso dobbiamo avere fiducia negli insegnanti che affiancano quotidianamente le ragazze e i ragazzi nel loro percorso didattico e di crescita, accompagnando la loro riflessione anche su argomenti delicati attraverso gli strumenti che ritengono più adeguati.
L’episodio di oggi avvalora ulteriormente il lavoro di sensibilizzazione e di contrasto al bullismo omofobico che stiamo portando avanti nelle scuole di Roma. Combattere le discriminazioni è parte essenziale dell’impegno dell’Amministrazione capitolina per i diritti e la democrazia».