Caso Roma, il Pd chiama i consiglieri: «Marino deve lasciare e voi sarete ricandidati»

Caso Roma, il Pd chiama i consiglieri: «Marino deve lasciare e voi sarete ricandidati»
di Simone Canettieri e Fabio Rossi
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Mercoledì 21 Ottobre 2015, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 14:09

Sono le 18, la riunione dura da troppo, c'è stato già un giro del tavolo, al Nazareno. Matteo Orfini guarda negli occhi i consiglieri comunali e dice loro: «Non si torna indietro, l'esperienza è finita». Con una postilla per i consiglieri comunali: «Guardiamo avanti, pensiamo a scrivere il programma e poi chi vorrà sarà ricandidato». «Un messaggio chiaro per convincere anche quella parte di dem che teme “l'effetto Zingarettiâ€�: dopo le dimissioni della governatrice Polverini (per i rimborsi) il Pd non ripresentò nemmeno uno dei consiglieri regionali uscenti per dare un segnale di discontinuità. .





Cosa che potrebbe accadere anche alle prossime elezioni, che a differenza di quelle per la Pisana, si prospettano molto in salita. Orfini nel dubbio di queste ore è stato netto: via Marino, poi sarete tutti di nuovo in pista. Sono ore particolari. Sel e la lista civica di Marino, da sponde opposte, fanno capire no, non è finita. E che ci sono spazi almeno per una verifica politica in Aula. Marino intanto è nel bunker, in Campidoglio.



LE SCELTE

Alterna momenti di lucida e strategica follia: «Vediamo che succede domenica alla manifestazione spontanea in mio onore, vediamo cosa ne pensa la vera base del Pd, vediamo se i dem certe cose me le diranno in faccia e in Aula». Poi, quando scema la rabbia, nella testa di Ignazio Marino, ritorna la ragionevolezza dell'uomo delle istituzioni: «Voglio un incontro con il premier Renzi, voglio parlare con Orfini, sono il sindaco della Capitale d'Italia, ho cacciato io il malaffare dal Campidoglio». Ecco perché ieri ha voluto i microfoni e le telecamere per dire che gli scontrini non c'entrano in questa storia, e che gli esposti del M5S e di Fratelli d'Italia (che chiama non casualmente con il prefisso «An» proprio per parlare all'elettorato di sinistra dell' “Ignazio resisti�) sono «ver-go-gno-si».



Dopo la conferenza stampa, con l'ennesima, forse l'ultima sfida lanciata al resto del mondo, Marino ha chiamato i suoi. Una ridotta di fedelissimi, divisi al loro interno. Un assessore racconta: «Ignazio vuole spaccare il gruppo del Pd, sa che molti consiglieri non hanno la benché minima intenzione di dimettersi perché non saranno mai eletti». Roma è molto piccola in queste ore. E l'idea del colpo di coda piomba sul Nazareno. Anche se tutti dicono chiaro e tondo che non ci sono possibilità di ripensamenti, tra i dem esistono diverse sfumature: i turborenziani del gruppo Bonaccorsi-Nobili sono pronti a firmare subito le dimissioni, gli altri frenano. Marino è tentato dal colpo di teatro: presentarsi in Aula e aprire al dibattito con il rischio implosione per il Pd quasi assicurato.



Allo stesso tempo prima di prendere una decisione definitiva aspetta domenica prossima. Sarà un evento a forte tasso mediatico ed emotivo. Per la seconda volta scenderà in piazza «l'esercito di Ignazio». La base. E quindi i circoli «buoni» scampati a Mafia Capitale. Ecco perché Orfini è stato netto: uniti adesso e sarete in lista l'anno prossimo.

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