Ostia, cassonetti in fiamme, l'ombra della mala sui roghi

Ostia, cassonetti in fiamme, l'ombra della mala sui roghi
di Alessia Marani e Mirko Polisano
3 Minuti di Lettura
Lunedì 19 Marzo 2018, 09:06 - Ultimo aggiornamento: 12:08

A Ostia torna l'incubo dei cassonetti a fuoco. Un'escalation che si trascina dalla fine della scorsa estate e che non ha mai subito pause né rallentamenti. L'ultimo episodio è quello che si è registrato nella notte tra sabato e domenica. Gli incendiari sono entrati in azione in quattro diverse strade: via dei Panfili, via delle Gondole, via delle Isole del Capoverde e via Stiepovich. Cinque i contenitori distrutti dalle fiamme che si sommano agli altri cento andati in cenere negli ultimi sei mesi.

LA DINAMICA
La dinamica di quanto avvenuto, che ha reso necessario l'intervento dei vigili del fuoco per domare le fiamme, non lascia molti dubbi: è stata l'azione deliberata di una o più persone. Per gli inquirenti è un atto doloso. I carabinieri del nucleo radiomobile stanno indagando sulla preoccupante scia di fuoco. L'ipotesi che dietro i roghi possa esserci una banda di balordi e piromani che trascorre le notti appiccando le fiamme ai cassonetti perde sempre più terreno di fronte ai numeri e alla modalità degli attacchi che si ripetono con una frequenza anomala: furono numerosi prima delle elezioni del X Municipio a novembre; molti anche tra dicembre e gennaio. Nel primo caso si era pensato che qualcuno volesse influenzare l'esito delle elezioni, nel secondo che si puntasse ad aggravare l'emergenza rifiuti che è stata affrontata a cavallo delle festività natalizie e di Capodanno con l'attivazione dell'unico tritovagliatore mobile di Roma a Ostia Antica. Ma a poco più di un mese dall'ultimo rogo, ecco tornare il fuoco nelle notti di Ostia. Che dietro possa nascondersi l'ombra della mala non è da escludere.

Il fuoco, nel linguaggio dei clan, è sempre stato un messaggio da inviare al giusto destinatario. Resta il sospetto che ad armare la mano degli incendiari possano esserci interessi legati al ciclo dei rifiuti e al loro smaltimento. Come hanno destato preoccupazione in passato i raid vandalici ai danni delle postazioni del Servizio Giardini. I mezzi danneggiati e le centinaia di cassonetti bruciati da un anno a questa parte, sono un fenomeno inquietante. Come la pineta di Castel Fusano, colpita la scorsa estate da altri devastanti roghi. È su questo che stanno facendo chiarezza gli investigatori. Prende sempre più consistenza, dunque, che dietro i roghi possa esserci l'ombra del racket. «Denuncerò personalmente questi ignobili gesti - dice Giuliana Di Pillo, la presidente M5S del X Municipio, a proposito degli ultimi cassonetti distrutti- che siano di natura vandalica o di contrasto all'azione amministrativa, spero che i colpevoli siano assicurati presto alla giustizia».
 

 


Forse tra gli obiettivi c'è soprattutto quello di creare un clima di confusione, di incertezza. E in mano agli inquirenti potrebbero esserci anche dei filmati. Quelli delle telecamere di videosorveglianza di alcuni negozi, anche non è stato facile recuperarli. I cassonetti dati alle fiamme sono quasi tutti sistemati in zone lontano dalle attività commerciali. Non c'è solo il litorale nelle mire dei piromani attentatori. Nei giorni scorsi, invece, decine di bidoni erano stati incendiati al Tuscolano.

I COLLEGAMENTI
Un sistema ben collaudato che potrebbe avere diramazioni e collegamenti con il settore ambientale. E Ostia resta il crocevia dove confluiscono interessi e affari. Uno degli incendi più significativi fu appiccato a pochi giorni dalle elezioni proprio davanti alla sede del X Municipio: «Un atto intimidatorio», lo aveva definitivo allora il prefetto Domenico Vulpiani, capo della commissione straordinaria antimafia a Ostia. Le notti del litorale continuano lanciare messaggi.

LEGGI ANCHE: Roma, allarme cassonetti bruciati: in 3 mesi più di 200 roghi
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA