NODI
Ieri 5.000 ncc di tutta Italia erano a Roma a protestare, una delegazione è stata ricevuta al Ministero dei Trasporti, giovedì ci sarà un incontro con il sottosegretario Edoardo Rixi: i noleggiatori chiedono di prorogare di un anno l'applicazione dell'articolo 29/1 Quater (come sempre avvenuto dal 2008) che dovrebbe - in teoria - entrare in vigore a gennaio, costringendo al termine del servizio il titolare della licenza a tornare nel garage nella città in cui è stata rilasciata. A Roma questo taglierebbe dall'oggi al domani l'80 per cento degli ncc operativi: dei 5.000 operanti nella Capitale, solo 1.000 hanno una licenza rilasciata dal Campidoglio. Gli altri (anche perché da moltissimi anni non vengono rilasciate nuove licenze a Roma) le hanno prese in piccole città di tutta Italia. Tornare al garage, magari di un paesino in Puglia, renderebbe impossibile lavorare. D'altra parte, da anni i tassisti parlano di concorrenza sleale e chiedono l'applicazione di questa regola, in un braccio di ferro tra differenti lobby che sembra non finire mai. Ma per i romani l'assedio degli ncc ha un altro risvolto negativo sul fronte della vivibilità del centro: una parte negli ultimi tempi preferisce utilizzare i minivan scuri stile Fbi che si stanno moltiplicando e risultano un intralcio al traffico. Il Campidoglio ha deciso una stretta aumentando i controlli, chiede alla polizia municipale di colpire su due fronti: sanzionare chi ha la licenza, ma si ferma puntualmente in doppia fila in attesa del cliente che magari è andato ad ammirare la Fontana di Trevi; fermare coloro che sono spesso espressione di alcune comunità come quelle cinesi e scorrazzano in città con i mini van senza licenza.
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