Roma, marchese denuncia l'ex Sediario del Papa: «Ha le mie opere d'arte rubate»

Roma, marchese denuncia l'ex Sediario del Papa: «Ha le mie opere d'arte rubate»
di Michela Allegri
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Mercoledì 3 Febbraio 2016, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 16:29

Faceva parte dell'entourage di papa Benedetto XVI e ora si trova sotto processo per ricettazione. Luca Mancinotti, ex Sediario Pontificio, è accusato di aver detenuto oggetti d'arte pregiati pur sapendo di infrangere la legge. Le opere, infatti, erano provento di furto: appartenevano a Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona, marchese appassionato di antiquariato che, anni fa, fu vittima di una rapina e di una truffa clamorosa. Per quella vicenda, dopo aver sporto denuncia, Bilotti, difeso dall'avvocato Domenico Barillà, permise agli inquirenti di rinviare a giudizio i presunti responsabili del raggiro. Per il pm Mario Pesci, Mancinotti avrebbe ricevuto i beni da uno dei soggetti imputati nel processo in questione. Nello specifico, si legge negli atti della Procura, il Sediario avrebbe ottenuto «un servizio di posate d'argento con bolli e cartigli di famiglie della nobiltà mitteleuropea, un dipinto del XVIII secolo dal titolo "Il sogno di Costantino" e un dipinto olio su tela raffigurante "Un volto di santa"». Si trattava di oggetti pregiati: «La posateria mi era stata lasciata per testamento dall'ambasciatore di Germania presso la Santa Sede - ha dichiarato Bilotti in sede di denuncia - permutai la predetta insieme ad alcuni quadri: "Il sogno di Costantino", del Settecento e un ritratto femminile dell'Ottocento».
 

LA SCOPERTA
Nel 2010, il marchese aveva deciso di rivolgersi agli inquirenti, dopo aver casualmente ritrovato alcune delle opere sparite. Il quadro intitolato "Il sogno di Costantino", per esempio, era spuntato nello studio di una restauratrice che, ascoltata ieri durante l'ultima udienza, ha dichiarato di aver conosciuto l'imputato in Vaticano. «Sono entrato per domandare chi avesse commissionato il restauro e apprendevo che era stato Mancinotti insieme a un'altra persona» ha detto il Marchese. La versione raccontata dall'imputato e dal suo difensore è diversa. A dire dell'avvocato Riccardo Sideri, che rappresenta Mancinotti, «l'unico elemento che lega il mio cliente alla vicenda è aver accompagnato un conoscente a far restaurare un quadro, che poi si è scoperto essere di Bilotti». Il penalista è certo dell'innocenza del suo assistito: «Accuse infondate e non hanno trovato riscontro: si basano solo sulle affermazioni di Bilotti. Gli oggetti per i quali il Mancinotti è stato tratto in giudizio sono stati rinvenuti a casa dei personaggi accusati della truffa ai danni del marchese, mentre non sono mai state ritrovate le posate d'argento».
 
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