Erano giorni e giorni, almeno due settimane buone, che la signora Rachele (il nome è di fantasia) sentiva strani versi di animale. «Erano ruggiti, veri e propri ruggiti. Impossibile a credersi», ha raccontato. Già, sembrerebbe impossibile visto che la signora non vive in un cottage nella Savana, bensì in un quartiere periferico a forte densità abitativa come San Basilio. Eppure quei continui ruggiti avevano lasciato perplesse anche altre persone del quartiere. Fino a che non sono riusciti a identificarne la provenienza. Un’area pubblica, lungo via Casale di San Basilio, all’angolo con Via Filottrano, ridotta ad accampamento di fortuna di qualche rom, con tanto di transenne.
Quegli strani ruggiti arrivavano proprio da questo piazzale.
IL SOPRALLUOGO Ieri il caso è scoppiato, in un rincorrersi di segnalazioni, istanze, sopralluoghi e diffide. È stato il vice presidente della Lav Roberto Bennati ad inviare subito un’istanza al Corpo Forestale chiedendo un’ispezione d’urgenza per verificare la provenienza e la proprietà dei tre leoni, le condizioni di salute, lo stato di detenzione, le previste autorizzazioni prefettizie, nonché i certificati sanitari. E soprattutto chiarire perché mai ci fossero tre leoni in un piazzale pubblico. «Per legge i grandi felini rientrano tra gli animali che possono costituire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica», precisa la Lav.
«La detenzione di animali pericolosi come i leoni è consentita ai circhi solo se dichiarati idonei dalle competenti autorità in materia di salute e incolumità pubblica». Sul posto, lo staff del servizio Cites della Polizia forestale (Convenzione internazionale per il commercio di specie di flora e fauna in via di estinzione) si è trovato di fronte ad una «bizzarra situazione».
«I tre leoni erano detenuti dentro un carrozzone da circo - raccontano dalla Forestale - Stavano da soli, ma facevano parte di un circo dell’Est Europa, che da Roma doveva ritornare in Ucraina. E nell’attesa di avere dei documenti, li avevano lasciati in questo parcheggio. Presenza che aveva destato preoccupazione tra i residenti. Se i leoni fossero rimasti fermi in quella condizione ancora a lungo avrebbero avuto seri problemi di salute».
I circensi, insomma, erano in regola solo con i documenti di proprietà dei leoni, ma non erano autorizzati a lasciarli nel campo e chiusi in gabbia per tutti quei giorni. Per loro è scattata la sanzione e la diffida a spostare gli animali per custodirli in un luogo più idoneo.