Inchiesta rifiuti, nel mirino i politici amici di Cerroni

Inchiesta rifiuti, nel mirino i politici amici di Cerroni
di Sara Menafra
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Martedì 14 Gennaio 2014, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 07:59
Sar la rete di politici su cui poteva contare Manlio Cerroni, il prossimo passo dell’inchiesta della procura di Roma sull’impero delle discariche. Dopo gli interrogatori di garanzia dei sette finiti agli arresti domiciliari che partiranno questa mattina, i pm Alberto Galanti e Simona Maisto hanno intenzione di convocare politici e funzionari che avevano rapporti con Cerroni specie nel periodo della primavera 2012. Il periodo della decisione con cui il governo scelse di accettare le dimissioni del commissario ai rifiuti Giuseppe Pecoraro e di nominare Goffredo Sottile.



CONVOCAZIONE PER SOTTILE

Il prefetto - che potrebbe essere tra i primi ad essere convocati a piazzale Clodio - appena entrato in carica e dopo un incontro «informale» proprio con Cerroni, comunicò ad alcuni esponenti politici di Regione e Comune che la scelta sarebbe stata per Monti dell’Ortaccio, l’invaso scavato senza autorizzazione in cui si era formato un lago, alimentato dalla falda acquifera sottostante. Una decisione singolare anche perché lo stesso Cerroni presentò la richiesta per quella discarica solo il successivo 10 agosto (una richiesta messa ben in evidenza dagli inquirenti perché le immagini del ”laghetto” creato dalla falda erano state cancellate tramite un programma di fotoritocco, per sostenere che sul fondo ci fosse un solo deposito di acqua piovana). Di contatti ad ogni livello parla lo stesso Cerroni, ad esempio, con l’imprenditore Fabio Altissimi, proprietario di un termovalorizzatore lasciato «a secco» per anni perché non apparteneva alla rete del Ras. In un incontro, di cui Altissimi ha consegnato alla procura audio e foto, Cerroni gli avrebbe proposto di alloggiare 500 tonnellate provenienti dai suoi impianti: «Con il suo modo un po’ obliquo mi ha detto che avrebbe evidenziato al ministero che la Rida Ambiente non era ancora autorizzata. Per come ho inteso le sue parole, mi stava facendo capire che, se accettavo la sua proposta, mi avrebbe aiutato a definire la mia posizione».



LA RETE INTERNAZIONALE

L’indagine rischia di allargarsi anche verso le discariche che Cerroni gestiva fuori Roma. Da un lato quella di Brescia, diretta fino al 2010 da Fabio Ermolli, poi diventato direttore dell’Arpa Lazio: oltre a verificare i compensi percepiti da Ermolli, i Carabinieri del Noe stanno cercando di capire se in quel sito siano stati smistati rifiuti pericolosi. Sotto la lente degli investigatori passerano anche i soci in Italia e in Europa: nel tempo Cerroni avrebbe stretto rapporti, tra gli altri, con Francesco La Marca, ad esempio, segnalato dalla Dda di Napoli come vicino al clan di Cutolo e responsabile del disastro ambientale di Pianura.



I primi interrogatori di questa mattina saranno per Giuseppe Sicignano, già supervisore delle attività operative condotte presso gli impianti di Cecchina, Piero Giovi, storico collaboratore di Cerroni, e Francesco Rando, amministratore di molte delle sue società. Domani sarà la volta dello stesso Cerroni, ma nei prossimi giorni potrebbe essere sentito, solo dai pm, anche l’ex governatore Piero Marrazzo.
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