«Dove scappiamo con questi soldi?». I dialoghi che incastrano la dirigente Tosini

La dirigente regionale Flaminia Tosini
di Michela Allegri
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Mercoledì 17 Marzo 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 08:23

Montagne di denaro, regali, viaggi. Sono le intercettazioni a raccontare la storia di favori, regali e corruzione nascosta dietro la gestione del ciclo dei rifiuti della Capitale. La storia che lega la dirigente regionale Flaminia Tosini e l’imprenditore Valter Lozza che, grazie alla vicinanza con la funzionaria, era diventato praticamente l’ultimo “re” dei rifiuti di Roma.

Mail anonime, linguaggio criptato e accortezze non hanno impedito agli inquirenti di captare dialoghi considerati eloquenti. Come quando la Tosini racconta a un’amica «di essere ricorsa allo scambio di mail anonime con Lozza per ovviare a possibili intrusioni investigative», scrive il gip.

Il 25 gennaio 2020 l’interlocutrice chiede: «Sicura che non si leggono?». E la dirigente: «Sì, e comunque parliamo solo che d’amore». L’amica non è d’accordo: «Parlate pure di consigli e di discariche».

A questo punto la Tosini dice di avere utilizzato un sistema criptato: «So’ anonime, talmente anonime che non si sa da chi vengono e dove vanno». L’amica sostiene che la polizia giudiziaria sia in grado di ricostruire i passaggi, ma è certa che la dirigente non abbia infranto la legge. La Tosini ha un’opinione differente: «No France’ se lo sapevano già m’avevano arrestato!», dice, aggiungendo che periodicamente cancella le tracce.

Poco prima le due avevano parlato delle difficoltà nel fare ottenere a Lozza il controllo della Ngr srl, proprietaria del terreno destinato a discarica della Capitale, il cui socio di maggioranza era Daniele Piacentini, che, per la Procura, è vittima di concussione: la Tosini sarebbe riuscita a indurre Piacentini a dismettere quote sociali in favore di Lozza, prospettando il rischio di un esproprio da parte della Regione. «Tu gliela puoi espropriare?», chiede l’amica riferendosi alla discarica. E la Tosini: «Sì, volendo sì».

Ma la discarica di Monte Carnevale non era l’unico affare in ballo. Il 25 giugno 2020, in macchina con Lozza, la Tosini parla della procedura di conferimento delle terre nella discarica di Bracciano. Per un errore di calcolo, Lozza di è aggiudicato 12mila metri cubi in meno, «hai perso 200mila euro», dice la Tosini, rammaricata, pensando a un guadagno che sarebbe potuto essere ancora più ingente. Lui la conforta: «Guardiamo a quello che abbiamo... quanto è stata straordinaria tutta st’operazione».

I due parlano poi delle terre di Civitavecchia che la Mad srl aveva conferito nella discarica “commissariata” di Bracciano. Lozza riceve in diretta una notifica sul telefono: «Bonifico Regione saldo periodo gennaio-marzo, 665mila euro», dice. «I soldi ti sono arrivati? I soldi miei!». Lui è stupito dell’importo, racconta di altri incassi recenti: «Dove scappamo con tutti sti soldi? Non mi servono». Lei risponde: «Qualcosa ci farai». Lui la corregge: «Qualche cosa ci faremo». Il 24 febbraio 2020 la Tosini è ancora più esplicita: «Come ti posso aiutà? - chiede - sto veramente su di giri, quindi approfittane... non ti posso vedè, non ti posso fare niente, fammi fare qualche cosa di concreto... mi servono dieci cestini, ti faccio dieci cestini di vimini». Poi racconta all’imprenditore che se fosse passata una legge sulla semplificazione avrebbe potuto autorizzargli qualsiasi cosa: «Ti posso autorizzare quello che ti pare... fatti venire in mente qualche cosa, è bellissima».

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