Roma, la morte di Elena Aubry senza pace, i pm sconfessano i vigili: «Serve una nuova perizia»

Roma, la morte di Elena Aubry senza pace, i pm sconfessano i vigili: «Serve una nuova perizia»
di Marco Carta e Alessia Marani
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Sabato 30 Giugno 2018, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 09:57

Una consulenza tecnica per verificare le condizioni dell'asfalto della via Ostiense, all'altezza del Cineland, nel tratto di strada in cui lo scorso 6 maggio è deceduta Elena Aubry. Sarà incaricato dal pm Laura Condemi, nei prossimi giorni, un ingegnere che dovrà passare al setaccio la strada, verificando la presenza di avvallamenti, radici, buche, ma anche la conformazione degli strati dell'asfalto, con la speranza di ricostruire una volta per tutte la dinamica del sinistro. In particolare gli inquirenti intendono verificare se in quel tratto di carreggiata che unisce Ostia ad Ostia Antica, esistano sconnessioni sul manto stradale, tali da provocare la perdita del controllo della Honda Hornet 600 su cui viaggiava Elena.

IL PARERE
Il parere sarà esclusivamente tecnico e verrà preso in esame un tratto di strada abbastanza ridotto, lungo circa 30 metri. L'inchiesta, quindi, non si allargherà ad accertare altre possibili cause su cosa abbia determinato il cambio di traiettoria del motociclo, facendo perdere il controllo alla 26enne dei Colli Portuensi che, cadendo, ha sbattuto la testa su guard-rail. Dai rilievi successivi all'incidente, effettuati dai vigili nell'immediatezza, non sarebbero emersi avvallamenti significativi sulla via Ostiense. Ma secondo una delle prime testimonianze, quella di un carabiniere che viaggiava sulla stessa strada, la ragazza, che procedeva a velocità non elevata, prima di prendere letteralmente il volo non avrebbe fatto alcuna manovra incauta. Il racconto del militare, che ha assistito alla scena, viene ritenuto dagli inquirenti attendibile, per questo a distanza di oltre un mese, gli occhi continuano ad essere concentrati sulle condizioni dell'asfalto. Era stata la stessa famiglia di Elena, attraverso il proprio legale, a chiedere un'ulteriore perizia sull'incidente. Graziella Viviano, la mamma, aveva auspicato che a ricostruire la dinamica potessero contribuire esperti della Polstrada, «dal momento che, seppure in perfetta buona fede, a fare i rilievi sono stati i vigili che comunque sono alter ego del Comune che, in caso di inadeguatezza della strada, sarebbe chiamato in causa per la mancata manutenzione».

La pm Condemi ha ritenuto di concentrare l'esame al tratto di asfalto su cui è puntato il dito. «Ben venga quest'altra perizia ma non vorrei che, nel frattempo, lo stato della strada sia stato modificato - dice mamma Graziella - Alcuni lidensi mi hanno segnalato che su alcuni tratti della via Ostiense sono stati fatti interventi tampone per riempire i dossi con il catrame. Ma non sono più stata di recente sul posto e, quindi, non posso confermare. Chiedo per questo alla pm di verificare anche che cosa è cambiato dall'ormai lontano 6 maggio. Sono passati tanti giorni. Di sicuro, non ci sono più gli aghi di pino che ricoprivano l'erba cresciuta nelle spaccature dell'asfalto e la cui scia, su cui forse Elena può essere scivolata, si vede chiaramente nelle foto e nei filmati girati dal fotografo del Messaggero subito dopo l'impatto. Per questo, chiedo che quelle immagini siano acquisite e periziate anche dall'ingegnere incaricato della consulenza».

VERNICE SULLE BUCHE
Mamma Graziella sta trasformando l'immenso dolore per la perdita della figlia in una grande battaglia per salvare altre vite umane. Un recente report della Commissione Mobilità ha messo in evidenza le strade più pericolose della Capitale, tra cui proprio la via Ostiense con 138 incidenti dall'inizio dell'anno. In cima alla lista c'è la Cristoforo Colombo, con 284. «Nel X Municipio - dice Graziella - la presidente ha avviato un iter per chiudere quel tratto di Ostiense per il pericolo che rappresenta. So che c'è stato un sopralluogo dei vigili che dovranno relazionare. Queste procedure sono allungate dalla burocrazia e nel frattempo la gente continua a morire. Eppure basterebbe poco, anche solo verniciare con colori resistenti e visibili di notte, dossi, buche e avvallamenti sull'asfalto, un'operazione quasi a costo zero in attesa di altri interventi. I cartelli a 30 all'ora invece a che servono?». Graziella domani sarà a Velletri per il memorial in ricordo di Lorenzo Pocci, centauro morto sulla via Appia. Con un cruccio nel cuore: «Non ho avuto ancora il nullaosta per cremare la mia Elena, il suo corpo è nel deposito di Prima Porta, non posso portarle neanche un fiore».
 

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