Dopo l'assalto ai bus la rabbia di Corcolle passa la linea dura: via i primi immigrati

Dopo l'assalto ai bus la rabbia di Corcolle passa la linea dura: via i primi immigrati
di Davide Gambardella
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Giovedì 25 Settembre 2014, 06:22 - Ultimo aggiornamento: 08:53
I primi dieci sono stati trasferiti marted. Ieri invece toccato ad altri cinque. Entro sabato, a Corcolle, i «neri» – come li hanno etichettati in questi giorni caldi alcuni abitanti del quadrante est della capitale – dovranno essere spostati tutti.



Dal centro di prima accoglienza i rifugiati del Burkisa Faso, della Nigeria e del Mali vengono trasferiti verso le altre strutture dell'hinterland. Per loro, sul quadrante ad est di Roma, ormai non c'era più spazio: da circa tre giorni vivevano all'interno della palazzina a due piani di via Novafeltria, sorvegliati giorno e notte dalla polizia. Dopo quel doppio agguato ai bus della linea Atac, e la caccia al nero di domenica, il Prefetto ha stabilito che i 54 extracomunitari che da due settimane alloggiano a Corcolle saranno destinati in altre aree per i richiedenti asilo politico, localizzate tra Castelnuovo di Porto e Fiano Romano.



IL PESTAGGIO

Passa dunque la linea dura dei manifestanti, ma soprattutto dei fautori della protesta ad oltranza. Quell'ultimatum che scadeva il prossimo sabato, per molti, era ormai una bomba ad orologeria: dopo il pestaggio dei tre giovani africani, «colpevoli» soltanto di essere neri, si è passati ad una campagna d'odio, con scritte sui muri a pochi metri da una chiesa di via Sant'Elpidio (frasi «Via i negri», «Fuori gli albanesi» con tanto di svastiche e croci celtiche), poi rimosse dall'Ama.



La raccolta firme avviata lunedì sera, il cui unico intento – sostengono in molti - era soltanto quello di mandar via gli africani richiedenti asilo, a Corcolle è stata ribattezzata la «lista anti-negro»: a sponsorizzare tale iniziativa, oltre ad una associazione di quartiere, anche chi in queste ore soffia sulla brace ardente delle proteste. Si tratta di giovani vicini agli ambienti dell'estrema destra, ma anche ultrà, aizzati dai capipopolo: un nucleo composto da almeno una ventina ragazzi di under 25, residenti a Corcolle ed in altri quartieri della periferia, e su cui in queste ore si concentrano le indagini della Digos.



Erano loro, domenica sera in via Polense, a brandire cinghie e bottiglie di vetro per dare la caccia agli extracomunitari: una spedizione punitiva partita dalla piazza principale e proseguita fino a notte inoltrata in cui sarebbe finito anche un giovane africano molto noto a Corcolle, residente da anni a Roma e perfettamente integrato nel contesto sociale.



Atti di violenza che sono stati immediatamente condannati dalla stragrande maggioranza dei cittadini della periferia sud-est di Roma, scesi in piazza a manifestare contro il degrado dilagante sul territorio: «Purtroppo la diversità a qualcuno inizia a far paura – fa notare il presidente dell'associazione di volontariato Futura di Corcolle, Claudio Roncella – segnando inevitabilmente una sconfitta per le istituzioni. In questo quartiere manca l'adsl, gli unici parchi pubblici sono stati abbandonati, ci sono evidenti problemi alle strade e alla rete fognaria. Troppo facile prendersela con i neri».