Partiamo da una domanda, che interessa in totale 1.400 lavoratori: adesso cosa succede agli appalti che facevano capo alla 29 Giugno? La cooperativa di Salvatore Buzzi, sul cui business secondo la procura prosperava l’organizzazione mafiosa guidata dal boss Massimo Carminati, ha un rapporto di collaborazione stretto con l’Ama. Gestisce da una parte la pulizia delle foglie, dunque dei tombini (sono 400 mila a Roma); si occupa dall’altra di una fetta consistente della differenziata (il multimateriale, dalla 29 Giugno passa circa il 5 per cento).
PROVVEDIMENTI
Ma può l’Ama continuare a pagare un’impresa coinvolta in una indagine per mafia? Molto probabilmente no ed è quasi scontato che a metà settimana il prefetto Giuseppe Pecoraro possa firmare l’«interdittiva antimafia tipica», quella che secondo un recente pronunciamento del Consiglio di Stato, «costituisce una misura preventiva volta a colpire l´azione della criminalità organizzata, impedendole di avere rapporti contrattuali con la pubblica amministrazione; trattandosi di una misura a carattere preventivo, l’interdittiva prescinde dall’accertamento di singole responsabilità penali nei confronti dei soggetti che, nell’esercizio di attività imprenditoriali, hanno rapporti con la pubblica amministrazione». Si tratta di un provvedimento già conosciuto a Roma, visto che un’analoga interdittiva (in quel caso atipica) colpì le aziende del gruppo Cerroni (ma il Tar l’ha sospesa). «Sto ancora studiando le carte, mi serve altro tempo» ha precisato il prefetto Giuseppe Pecoraro.
DECISIONE
Ma l’interdittiva appare scontata, arriverà entro la fine della settimana entrante, causando non pochi problemi all’Ama, che non può fare a meno del contributo degli operai della cooperativa, soprattutto per quanto riguarda la differenziata. Per questo una ipotesi assai solida è quella del commissariamento della cooperativa, per evitare interruzioni del servizio pubblico (anche se solitamente in questi casi c’è il passaggio di fronte al giudice amministrativo, nel caso di un prevedibile ricorso della società).
RIFUGIATI
C’è un’altra incognita: la Eriches 29 - altra società riconducibile a Buzzi - lavora direttamente con la Prefettura di Roma nella gestione di alcuni centri di accoglienza. Cosa succede in questi casi? In prefettura stanno valutando se proseguire il rapporto con l’amministratore giudiziario, per poi gradualmente ridurre gli incarichi a Eriches 29.
Discorso differente è quello che riguarda gli enti pubblici: già il prefetto Giuseppe Pecoraro ha sciolto il consiglio comunale di Sant’Oreste. Ora si stanno esaminando le carte che riguardano Sacrofano (e il sindaco Tommaso Luzzi) ed altri comuni della provincia di Roma toccati dall’inchiesta, per valutare i rapporti con Mafia Capitale e possibile provvedimenti simili a quelli già decisi per Sant’Oreste.
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