Coldiretti ritiene che «il processo di riforma debba essere affrontato sotto una duplice prospettiva: la prima riguarda l’assetto complessivo dei Consorzi di Bonifica sia sul territorio che nel proprio modello organizzativo interno». «In un periodo particolare come questo - si legge nella missiva- che reclama strutture snelle e poco costose, riteniamo che sia necessario prevedere una nuova articolazione territoriale in modo da ottenere meno Consorzi di Bonifica a livello Regionale, ma certamente più efficienti nella loro azione e nei compiti loro affidati.
Oltre ad una loro riorganizzazione sul territorio è fondamentale operare per garantire ai Consorzi stessi una netta separazione tra il livello gestionale e quello politico». La seconda prospettiva riguarda le funzioni, le competenze e i ruoli dei Consorzi di Bonifica anche per quel che concerne il rapporto con gli altri attori istituzionali e del territorio.
«Infatti - continua la lettera- i Consorzi di Bonifica devono tornare ad essere l’autorità idraulica competente per il territorio con veri poteri organizzativi, di intervento, vigilanza e controllo su tutto il comprensorio di bonifica di competenza, in stretto contatto e collaborazione con le Province, le Comunità Montane e i Comuni». Quella chiesta a gran voce, da Coldiretti, «è un’ importante riforma che il mondo agricolo chiede di attuare considerando che i Consorzi di Bonifica rappresentano un’importante realtà di autogestione del territorio. Un appello purtroppo caduto nel vuoto, visto che dall’assessore Refrigeri non è giunta ancora alcuna risposta».
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