Claudia Gerini: «Insultata, lascio Twitter ma che fatica trovare un taxi»

Claudia Gerini: «Insultata, lascio Twitter ma che fatica trovare un taxi»
di Gloria Satta
3 Minuti di Lettura
Martedì 15 Settembre 2015, 06:02 - Ultimo aggiornamento: 11:35

Una tempesta formato social. Primo tempo: Claudia Gerini, stremata dalla ricerca infruttuosa di un'auto bianca, si sfoga su twitter: «Il servizio taxi fa schifo». Secondo tempo: contro l'attrice romana piovono insulti, sfottò, perfino minacce.

«Sparati» è l'invito agghiacciante che le rivolge un tipo, mentre il servizio Uber (che Claudia aveva provato a contattare, ma senza risultato) si scusa con lei. Terzo tempo: è Claudia a scusarsi della propria sparata. «Non intendevo attaccare gli autisti pubblici ma il disservizio che flagella la vita quotidiana di noi romani», spiega. Conclusione: mentre la polemica dilaga sul web, Gerini decide di chiudere l'account cinguettante nonostante i suoi 230mila followers: «Vi voglio bene, ma forse non ho capito lo spirito di twitter», scrive per l'ultima volta.

Claudia, ci racconta dall'inizio cosa è successo?

«Una premessa: ho sbagliato.

Non avrei dovuto postare la frase che ha fatto infuriare i tassisti. Ho agito d'impulso, sono una persona sanguigna, ma non intendevo offendere la categoria. Con il mio sfogo, davo voce a tanti romani esasperati».

Quando e dove non è riuscita a trovare un taxi?

«Due volte in due giorni. Venerdì scorso dovevo prendere un treno per Forte dei Marmi, dove mi attendeva un evento di beneficenza ma, nonostante avessi fatto decine di chiamate a tutte le cooperative di taxi, non è saltata fuori una sola auto disponibile. All'ultimo minuto ho dovuto chiamare la mia assistente che si è precipitata per accompagnarmi alla stazione. Inutile dire che ho rischiato di perdere il treno».

E la seconda volta?

«É successo il giorno dopo, quando sono sbarcata alla stazione Termini. Sono rimasta più di un'ora in fila aspettando di prendere un taxi, ma a causa dei lavori in via Marsala le auto arrivavano a rilento. Una ogni cinque, sei minuti. Inconcepibile, per la stazione principale di Roma. E' dovuta venire mia madre a prendermi. E' allora che ho twittato la frase incriminata».

Le è capitato altre volte di rimanere a piedi?

«Ogni volta che a Roma cadono due gocce d'acqua, i taxi spariscono. Sarà successo a tutti di rimanere un pezzo appesi al telefono per poi sentirsi dire che non ci sono auto in zona. E' mai possibile nella Capitale d'Italia?».

Si aspettava gli insulti?

«Francamente no, e ci sono rimasta malissimo. Qualcuno mi ha accusato di essere una privilegiata, altri mi hanno invitato in malo modo ad alzarmi presto e prendere l'autobus per andare a lavorare. Sono un'attrice ma anche una lavoratrice, ci mancherebbe. E, per la cronaca, mi alzo ogni mattina alle 6.30 per portare le bambine a scuola. Altro che privilegi».

E' proprio sicura, malgrado il gran numero di followers, di voler rinunciare a twitter?

«Sì. Ho deciso di fare un passo indietro perché il cinguettio si è rivelato un'arma a doppio taglio: da una parte mi ha permesso di comunicare con tante persone, dall'altra però ha consentito a decine di cafoni, violenti e frustrati di insultarmi impunemente, sotto la protezione dell'anonimato. Mi dispiace, non ci sto. Ho chiuso l'account perché non sono capace di incassare, sono una che reagisce. Pensi che a dirmi ”sparati” è stato un ”un medico stimatissimo” secondo la sua stessa definizione. Spero di non finire mai nelle sue mani».

E' presente su facebook o su altri social?

«Sono presente su Instagram che mi permette di comunicare attraverso le immagini. Mi basta. D'ora in poi, parlerò solo con i miei spettacoli teatrali e i miei film (come ”L'esigenza di unirmi ogni volta con te” che uscirà nelle sale il 24 settembre, ndr). Oppure, se avrò qualcosa da dire, andrò in tv: mi ascolteranno milioni di persone e sarò al riparo dagli insulti».