Non c’è pace, non c’è preghiera, eppure ci sono due bambini a cui pensare. «Uno ha due anni, che gli posso dire? Ma in cuor loro già lo sanno, che Gianni non tornerà». La giornata, la vita per ora è stravolta, piena di beghe burocratiche. A casa è rimasto il biglietto della partita di domenica con la Roma: «Oltre che un uomo modello, Gianni era tifoso della Fiorentina e quando la sua squadra veniva in città non se la perdeva mai. «La fede viola era nata a scuola, un amico con cui era in classe era finito a giocare in A con la Fiorentina, Daniele Beltrammi».
Ieri è arrivata anche la telefonata di Giancarlo De Sisti. Gianni, suo marito, è morto davanti al camping dove ha passato tante vacanze, «dove siamo cresciuti» racconta il fratello Alessandro. Era un fisioterapista affermato, lavorava anche per la Nazionale di tiro a segno. Alessandro Danieli ieri è passato due volte nel luogo dove è morto il fratello, ha trascorso parte della giornata ad aspettare un cenno di vita dal Campidoglio. Ci sono momenti in cui certi silenzi pesano di più.
LA VISITA
Nel pomeriggio il telefono ha squillato. E’ arrivata la telefonata di Ignazio Marino, si è preso tutta la rabbia che Alessandro aveva maturato, «vogliamo risposte, spero che lei me le dia, me le aspettavo già ieri», il sindaco ha ascoltato in silenzio, ha detto «stiamo facendo indagini, avrà delle risposte». Poi ha attaccato e si è presentato da solo a casa di Giulia Moreschini e Gianni Danieli, all’Infernetto. «Vengo a porgere le scuse e le condoglianze a nome del Campidoglio - ci ha detto - si è preso la responsabilità in quanto a capo del Comune, ha promesso che allestirà una camera ardente per mio marito, è la prima volta, che avviene - ha detto - per un comune cittadino. Gianni era un uomo modello, se lo merita». Il sindaco si è guardato intorno, ha visto le foto dei bambini, due cuccioli biondi sempre attaccati ai genitori, si è commosso, ha promesso un sostegno psicologico, un contributo per l’asilo, penserà il Campidoglio ai funerali. «Ha capito che è un evento tragico, non è un incidente comune è omicidio colposo, - ripete Alessandro - e qualcuno deve pagare. Ci ha dato speranza: andrò a fondo ha detto, la verità preme anche a me».
Nel luogo della tragedia il fratello indica un altro albero: «Sta per cadere, che aspettiamo a intervenire? Il traliccio è ancora lì». Traliccio che il Servizio giardini dice che non ha messo rimandando la competenza al municipio di Ostia. «Chiederemo all'assessore Marino fondi per effettuare verifiche: solo sulla Colombo ci sono 800 pini, altri 700 su via di Castel Porziano», ricorda l'assessore all'Ambiente del municipio, Marco Belmonte. Un monitoraggio sta per partire.
IL MISTERO DEL TRALICCIO
Il pino che ha ucciso Danieli era stato potato a fine 2009. Il terreno su cui poggiavano le radici era argilloso e sabbioso, a ridosso del pino c'era una struttura di ferro, quelle che si usano per far crescere dritto un alto fusto. Dall’assessorato all’Ambiente fanno sapere che i monitoraggi e le potature degli alberi procedono regolari su Roma. E che sono in corso verifiche sulla presenza del cavo. A breve partirà un monitoraggio complessivo dei pini sulla Colombo. I tecnici del Servizio giardini dopo i primi sopralluoghi ammettono: «Ancora non abbiamo capito perché è caduto, l’apparato radicale è ridotto ma le radici sono sane, siamo sconcertati. Le colpe le cercherà qualcun altro, noi vogliamo capire le cause per evitare che si ripeta una tragedia». Per ora le verifiche si fanno a distanza, «non possiamo ancora avvicinare l’albero, il magistrato ne ha disposto il sequestro».
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