Lo condannano di nuovo, ma è morto da due anni

Lo condannano di nuovo, ma è morto da due anni
di Adelaide Pierucci
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Martedì 11 Marzo 2014, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 13:59
La giustizia arranca ma processa anche i morti. A Bernardino Budroni, un quarantenne che una notte del luglio 2011 voleva sfondare a picconate il portone dell'ex fidanzata ed è rimasto ucciso qualche ora dopo dal colpo di pistola sparato da un agente di polizia che lo inseguiva sul Gra, è capitato due volte. L'ultima proprio nei giorni scorsi. Il tribunale di Tivoli ha disposto con sentenza che Budroni debba pagare un'ammenda di 150 euro per la detenzione abusiva in casa di una carabina a piombini. Per i familiari che, ovviamente, hanno ritirato per lui l'avviso è stato uno choc. Dino, come lo chiamavano in famiglia, infatti, era già stato processato e condannato un'altra volta dopo la morte e a loro insaputa e tra l'altro anche per quel fucile. L'altra sentenza era del 2012, a un anno esatto dalla tragedia del Gra.



IL PRECEDENTE

Budroni era stato condannato davanti a una sezione monocratica del tribunale a due anni e quattro mesi di reclusione perché nel 2010 in uno scatto di rabbia si era appropriato della borsa di un'altra fidanzata e quando i carabinieri andarono a casa per recuperarla trovarono anche una balestra appesa a una parete e il fucile a piombini. E se la condanna dei giorni scorsi a Tivoli sempre per quella carabina è arrivata per decreto penale, quella di Roma era stato disposta dopo un processo di rigore con tanto di testimoni pronti a giurare, la requisitoria del pm, l'arringa dell'avvocato (d'ufficio) e il giudice che si è riservato di formulare la sua sentenza. Infine, a dispetto della morte dell'imputato, due anni dopo era arrivata anche la denuncia per lo strappo della borsetta. Budroni fu accusato di rapina e detenzione delle armi in casa e il processo si era svolto in «contumacia».



L'AVVOCATO

L'avvocato della famiglia Budroni, Fabio Anselmi, già legale dei Cucchi, ha la sua teoria: «Per la morte di Dino Budroni è sotto processo un agente accusato di omicidio colposo. Noi non escludiamo il volontario. Quando è partito il colpo la Focus di Budroni era quasi ferma. Ci dispiace che in una giustizia immersa da un oceano di arretrati si disperdano le energie per processare i morti. La morte estingue il reato». «Piuttosto» è l'appello di Claudia Budroni «si indaghi su chi viola la tomba di mio fratello strappando foto e ricordini, abbiamo presentato già sei denunce».
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