I vicini: «Via vai continuo, impossibile non capire»

I vicini: «Via vai continuo, impossibile non capire»
di Laura Bogliolo
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Mercoledì 30 Ottobre 2013, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 13:56
ROMA - L’hanno ribattezzato l’appartamento della vergogna, un seminterrato nel lussuoso palazzo di viale Parioli dove due ragazzine vendevano il proprio corpo. «Apri, vergognati, devi scomparire dalla faccia delle terra», le grida che hanno accompagnato la spedizione punitiva di sette mamme del condominio. Ieri mattina hanno deciso di guardare negli occhi chi aveva preso in affitto l’appartamento per sfruttare le minorenni. Ma ormai era troppo tardi: il locale è stato posto sotto sequestro, ad aprire non c’era nessuno.



I racconti. Scala A, interno B: per raggiungere l’appartamento si scendono le scale, si arriva nel cortile del palazzo di cinque piani dove abitano quaranta famiglie e dove si affacciano decine di finestre. «Impossibile non accorgersi di quello strano giro di persone», borbotta un uomo. «Vedevamo un via vai di ragazzi scendere le scale ma non avremmo mai immaginato una storia così orribile», dice un’anziana signora sotto choc. «Mesi fa l’appartamento era stato ristrutturato - raccontano - ma non sapevamo chi ci abitasse». La sera però provenivano strani rumori da quelle due camere con finestre sempre chiuse che i condomini ieri continuavano a indicare, scuotendo la testa per l’incredulità. Il portone, che sta accanto a un negozio che vende abiti per bambini, continuava ad aprirsi e chiudersi anche di pomeriggio. «Per non dare dell’occhio molti ragazzi preferivano l’uscita posteriore, quella che su via Ruggero Fauro», raccontano. A scuotere le famiglie del condomino non c’è solo l’appartamento usato dalle liceali-prostitute. Vicino c’è un’altra porta protetta da un cancello, dove «da anni abita una prostituta» raccontano facendo smorfie due signore. Più volte le famiglie hanno protestato con l’amministratore del palazzo «ma nulla è stato fatto, ci hanno detto che se paga l’affitto non si può mandare via». I due locali sono vicini. Molti ieri pensavano che «l’appartamento dello scandalo» fosse quello che da tempo viene indicato da tutti come un ritrovo di incontri sessuali. Le ragazzine invece utilizzavano quello poco distante. I condomini hanno convocato una riunione con l’amministratore della palazzina: «Vogliamo spiegazioni - dicono - possibile che non sapesse? Qui abitano famiglie con bambini, è uno scandalo». Fa sera, cala di nuovo il silenzio davanti al portone dove un uomo, dopo aver fatto una telefonata, citofona all’appartamento vicino a quello delle ragazzine. La vergogna non è finita.
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