Costringe la figlia minorenne a prostituirsi in un giro di baby squillo e si prende soldi e regali

La sede della procura generale di Perugia
di Egle Priolo
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 12 Luglio 2023, 16:59

PERUGIA - Ha costretto la figlia minorenne a prostituirsi. Aberrante solo immaginarlo, figurarsi vivere la condizione di avere una madre che organizza incontri con uomini di mezza età e addirittura anziani, che gestisce l'agenda degli impegni quando il papà non c'è, fissando appuntamenti nello Spoletino e accompagnando anche la figlia fin sul treno per non perdere il cliente. E ora, anche se la ragazza è ormai una donna, almeno ha la certezza che per averle rovinato la giovinezza quella donna è finalmente finita in prigione.

È stata infatti arrestata nel suo paese d'origine la romena di cinquantadue anni condannata per induzione e sfruttamento della prostituzione della figlia, minorenne all'epoca dei fatti. L'arresto, effettuato dalla polizia romena, è stato possibile su ordine di esecuzione emesso della procura generale di Perugia, dopo che la donna si era resa irreperibile dal 2020, anno in cui era stata condannata - in concorso con altri soggetti - alla pena di due anni e nove mesi di reclusione. La cittadina romena verrà estradata in Italia al termine delle procedure di rito per scontare la pena.
I fatti, come riporta una nota del pg Sergio Sottani, risalgono a circa dieci anni fa, tra il 2013 e il 2014, quando la donna aveva indotto la figlia, all'epoca diciassettenne, a entrare in un giro di baby squillo. Costringendola di fatto a prostituirsi con vari uomini, anche tra i 50 e 70 anni, dietro pagamento di compensi e altri regali che poi, secondo le indagini, la madre addirittura tratteneva per sé. Era la donna – secondo la ricostruzione di Sottani - a «concordare i vari incontri, costringendo la minore a recarsi nei luoghi di incontro in appartamenti, pienamente conscia che gli appuntamenti erano finalizzati a un rapporto sessuale. I fatti avvenivano inoltre all'insaputa del padre e con il coinvolgimento di altre minorenni».
Secondo la procura generale e come accertato nel processo, tutto era minuziosamente organizzato: la ragazza veniva accompagnata dalla madre alla stazione ferroviaria di Terni per raggiungere il luogo concordato per l'incontro, nella zona di Spoleto, dove il cliente di turno, a volte anche più di uno, prelevava la ragazzina per condurla in una stanza di hotel.

C'era addirittura, secondo i risultati degli investigatori, un linguaggio criptato utilizzato per la prenotazione della stanza e dopo aver consumato il rapporto era lo stesso cliente che riaccompagnava alla stazione la minorenne. Pendolare del sesso a pagamento per colpa della sua stessa madre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA