Cimitero di Sezze, festini con baby squillo: coinvolti anche politici

Baby squillo e festini, scandalo macabro nel cimitero di Sezze: coinvolti anche politici
di Giovanni Del Giaccio e Francesca Leonoro
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Venerdì 19 Marzo 2021, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 08:55

Aveva trasformato l'abitazione del custode, all'interno del cimitero di Sezze, nel centro dei suoi affari. Si era costruito una piscina abusiva, lì d'estate si tenevano feste e da lì era partito anche un giro di baby prostitute al quale i carabinieri avevano posto fine a luglio 2019. Era solo indagato, allora, il custode del cimitero del centro sui monti Lepini, con la pesante accusa di induzione e sfruttamento della prostituzione. Adesso Fausto Castaldi, 65 anni, è in carcere per una serie di affari loschi intorno al cimitero. Con lui sono state arrestate altre 10 persone e 15 - compresi politici della città - sono indagate. Un nuovo terremoto nel Comune pontino, dove già la prima inchiesta aveva creato più di qualche imbarazzo.

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Lo spunto


Tutto era iniziato da un'inchiesta partita da Roma, dove una delle ragazze sarebbe stata costretta a vendersi.

Tra le giovani che l'uomo era accusato di avere sfruttato, una aveva appena 13 anni. Allora i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Latina avevano perquisito l'abitazione e l'ufficio del custode, insieme agli uffici comunali, sequestrando fra l'altro due computer. Già nel 2018 il nome di Castaldi era arrivato in consiglio comunale, appunto per la piscina della quale, poi, fu ordinata la demolizione.

La sua abitazione - però - secondo gli investigatori, era usata anche per far prostituire le ragazze o per fissare gli appuntamenti che si svolgevano altrove nella villa all'interno del cimitero o anche altrove. Sempre con clienti di un certo livello, pronti a pagare e tacere. Il custode aveva il controllo assoluto del cimitero e delle attività illecite che vi si svolgevano. Già in occasione della prima indagine venne descritto come un tipo violento e senza scrupoli. Da ieri mattina è in carcere, insieme all'ex dipendente comunale Maurizio Panfilio, 69 anni, che emetteva la determina di assegnazione dei loculi o delle tombe, a sepoltura già realizzata.

Le accuse

Il provvedimento del giudice per le indagini preliminari di Latina, emesso su richiesta della Procura, contesta a vario titolo la corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, peculato, concussione, tentativo di minaccia o violenza, esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria. Raccapricciante il particolare secondo il quale, per consentire di realizzare o cedere altri loculi, il custode disponeva di traslare salme e mischiarle ai resti di altri defunti. Gli imprenditori, invece, pagavano per ottenere dal custode la realizzazione di lavori edilizi e di decorazione delle tombe già spettanti ad una società partecipata dal Comune. I cittadini pagavano per avere la sepoltura nel luogo da loro preferito.


La denuncia

Qualcuno aveva provato a ribellarsi dicendo che avrebbe affidato i lavori a una ditta esterna, ma a forza di minacce il custode imponeva la sua impresa. Stesso discorso per una denuncia nei confronti di Castaldi - presentata a febbraio 2018 da un operaio di Sezze - che venne fatta ritirare da tre degli attuali indagati con modi tutt'altro che gentili. Tra gli affari, anche il riciclaggio dei fiori elle cerimonie: rubavano dalle tombe le corone deposte nei funerali del giorno prima e le rivendevano per altre esequie del giorno dopo.

Fra gli arrestati c'è anche il figlio del custode, insieme a titolari di onoranze funebri e di una ditta di marmi. Indagati, invece, un ex maresciallo dei carabinieri, funzionario della polizia locale, l'attuale vice sindaco, un ex assessore e un ex consigliere. «Già nei mesi scorsi - ha detto il sindaco, Sergio Di Raimo (Pd) - l'Ente si è messo a disposizione, e così continuerà a fare, collaborando in modo fattivo alle operazioni degli inquirenti. Confidiamo nel lavoro della magistratura augurandoci che venga fatta luce nel più breve tempo possibile». Sui festini, invece, si attende il processo.
 

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