Roma, villa Giulia svela i sotterranei: gallerie segrete e acquedotti

Percorribili per centinaia di metri si articolano ad una profondità di oltre otto metri sotto il piano del Ninfeo

Roma, villa Giulia svela i sotterranei: gallerie segrete e acquedotti
di Laura Larcan
3 Minuti di Lettura
Martedì 7 Marzo 2023, 06:37 - Ultimo aggiornamento: 12:22

«Anche noi abbiamo i nostri corridoi nascosti sotto il ninfeo di Villa Giulia». Un filo di ironia, quella del direttore Valentino Nizzo, che gioca a rilanciare un confronto diretto con la recente scoperta del tunnel segreto nella piramide di Cheope a Giza che condurrebbe alla leggendaria camera funeraria. Battute a parte (senza disturbare il grande faraone della IV Dinastia) la suggestione è comunque forte al Museo Etrusco. Le sorprese stanno venendo fuori proprio dai sotterranei, un complesso di ambienti collegati e percorribili per centinaia di metri che si articola ad una profondità di oltre otto metri sotto il piano del Ninfeo. Non altro che gli ipogei segreti di Villa Giulia.

Roma, arrivano i giardini per cani: il Comune investe 3 milioni. Dalla Tuscolana a Corso Francia, ecco dove

 


ACQUA CHIARA
È qui che l'équipe di speleologi dell'associazione Sotterranei di Roma, su incarico del Museo Etrusco diretto da Nizzo, sta riscoprendo dopo secoli una rete complessa di cunicoli, tunnel e strutture architettoniche sotterranee, tra canali di derivazione riconducibili probabilmente al famoso Acquedotto Vergine, che hanno svelato anche la presenza di acqua chiara, insieme a condutture funzionali un tempo ai giochi d'acqua della reggia fatta erigere da papa Giulio III considerata a lungo come l'ottava meraviglia. Fervono le indagini, insomma, su un patrimonio di cavità di cui fino ad oggi si aveva solo una idea approssimativa.
«Il progetto è quello di approfondire la conoscenza del sottosuolo del comprensorio di Villa Giulia non solo per la salvaguardia di eventuali criticità e prevenire dissesti, ma anche per portare alla luce nuovi ambienti ipogei che, in prospettiva, potrebbero essere valorizzati con nuovi percorsi di visita sotterranei», spiegano dal Museo Etrusco.

A coordinare i dati dell'esplorazione è Maria Elisa Amadasi che sta ultimando il suo progetto di dottorato proprio sull'Acquedotto.


TORCE E CASCHI
Torce, caschetti, stivali e tute speciali, i ricercatori sono al lavoro, sotto la supervisione di Vittoria Lecce: si calano fino a otto metri di profondità per esplorare per la prima volta un labirinto sconosciuto. «Dalle prime indagine effettuate è emersa una fitta rete di ambienti ben strutturati che sono concomitanti alla costruzione originaria della villa - racconta Amadasi - la prima ipotesi è che i cunicoli appena esplorati risalgano alla fine del Cinquecento».
Al di sotto di queste murature, però, è stato intercettato un altro livello di tunnel costruiti con copertura cosiddetta "a cappuccina" (con lastre disposte a spioventi) di epoca romana. «Siamo al cospetto di corridoi che variano in termini di grandezza e di materiali: alcuni tratti sono alti oltre due metri e mezzo, altre condotte superano appena i quaranta centimetri, con varchi difficoltosi». Lì dove non arrivano gli occhi degli speleologi, subentrano le apparecchiature tecnologiche che supportano l'esito dell'esplorazione.


LA TECNOLOGIA
Per le video-ispezioni di cunicoli stretti e lunghi, gli studiosi ricorrono a sonde, ad un robot filo-guidato, fino al drone. «Attraverso i rilievi topografici con laser scanner - raccontano - possiamo elaborare grafici e modellazione tridimensionali della rete».

© RIPRODUZIONE RISERVATA