Netturbini, restano i bonus: Ama rinuncia alla stretta. Ipotesi premio di produttività legato ai risultati

L’azienda aveva annunciato i tagli agli incentivi, ora arriva la marcia indietro

Netturbini, restano i bonus: Ama rinuncia alla stretta. Ipotesi del premio di produttività legato ai risultati
di Francesco Pacifico
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Martedì 6 Giugno 2023, 23:52 - Ultimo aggiornamento: 23:53

Dopo aver mostrato i muscoli due settimane fa, Ama fa marcia indietro sulla stretta ai premi e alle indennità concessi negli ultimi 30 anni ai propri dipendenti. Pare scomparsa anche la richiesta a circa 2mila netturbini di restituire dall’anno scorso un aumento di circa 230 euro lorde erogato dal 1998 - «rappresenta una anomalia non più sostenibile» - nato come una vacatio contrattuale e poi diventato di fatto una parte strutturale del salario per alcuni addetti, con la firma del contratto aziendale. Sì a un’unica forma di incentivo, ma senza «determinare alcun decremento economico rispetto al valore delle indennità corrisposte ai lavoratori».

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Lo scorso 23 maggio, in una lettera inviata a Cgil, Cisl, Uil e Fiadel, via Calderon de La Barca aveva comunicato la necessità di aprire un tavolo per «un percorso di cambiamento non rinviabile», mettendo nel mirino «un assetto retributivo a livello aziendale non più appropriato, frutto di negoziazioni succedutesi nel tempo mai coordinate e aggiornate che esprime oggi una configurazione non più funzionale per motivare e incentivare le professionalità presenti in azienda».

Con l’obiettivo di rivedere, se non di superare, «singoli emolumenti economici» che «sono stati infatti generati dalla necessità di rispondere in termini episodici e contingenti alle necessità di volta in volta, senza un quadro chiaro, lineare e ordinato di relazioni industriali». Cioè, in sintesi e sempre usando le parole dell’azienda, «una proliferazione disordinata di istituti economici», che «si è realizzata per responsabilità comune».

Tutto questo avveniva precisamente 16 giorni fa con una missiva, che aveva scatenato non poco le ire dei sindacati. Anche perché Ama - oltre ad annunciare il taglio dell’indennità del 1998 erogato nell’ultimo anno per il timore di incorrere in un danno erariale - si era detta pronta a non confermare il premio di risultato concesso lo scorso anno e in scadenza il prossimo 30 giugno. Quello con il quale netturbini, autisti dei mezzi e operai delle officine ricevono 160 euro in più, ma devono in cambio garantire la presenza in due domeniche al mese, che non vengono pagate più come straordinario festivo. Ma rispetto ad allora sono cambiate molte cose. In un accordo firmato lo scorso 31 maggio tra la municipalizzata da un lato, e Cgil, Cisl, Uil e Fiadel, dall’altro, si legge che «in esito al confronto odierno l’azienda sospende ogni iniziativa (quelle manifestate nella lettera del 23 maggio, ndr) e si apre al confronto fra le parti su indennità, premio di risultato/produttività e turnazioni». Soprattutto, l’accordo si chiude con questo impegno comune: «Le parti convengono che il confronto ricerchi condizioni di sostenibilità complessiva senza determinare alcun decremento economico rispetto al valore delle indennità corrisposte ai lavoratori».

IL RISULTATO 

In sintesi, Ama accetta di non tagliare pezzi salariali, che finiscono per comporre quello che è stato definito «un assetto retributivo a livello aziendale non più appropriato». Da via Calderon de La Barca spiegano che però si va avanti per il futuro sulla creazione di un unico premio di risultato, legato rispetto al passato a un reale miglioramento del servizio: cioè soldi maggiori nella contrattazione aziendale se la città è più pulita, le strade sono spazzate meglio e se viene raccolta una maggiore quantità di rifiuti, evitando di lasciare i cassonetti traboccanti di spazzatura. Ieri l’azienda e i sindacati hanno avuto un incontro preliminare, mentre venerdì si proverà a chiudere l’intesa: nessun taglio ai salari, ma maggiore produttività. Facile a dirsi, difficile a realizzarsi.
 

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