Roma, minacce e insulti ai vigili: così il ras degli ambulanti gestiva il “monopolio delle bancarelle”

Condannato Augusto Proietti, pena anche per suo figlio Claudio: il processo e le accuse

Roma, minacce e insulti ai vigili: così il ras degli ambulanti gestiva il “monopolio delle bancarelle”
di Michela Allegri
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Domenica 1 Ottobre 2023, 08:11 - Ultimo aggiornamento: 17:41

Minacce e insulti pesantissimi nei confronti degli agenti della Polizia locale incaricati di controllare le autorizzazioni per il commercio ambulante. Vere e proprie azioni di ritorsione, con merce gettata in mezzo alla strada, urla e denunce presentate in Procura. Comportamenti che ora costano al re degli ambulanti romani, Augusto Proietti, una condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione. Condannato anche il figlio Claudio: per lui il giudice ha disposto un anno di carcere, con sospensione della pena.

IL PROCESSO

Un processo nel quale gli imputati erano più di venti e in cui venivano mosse contestazioni anche molto più pesanti, come quella, per il sovrano delle bancarelle, di avere organizzato e diretto una vera e propria associazione a delinquere, in grado di garantire a lui e ai suoi "sodali" il monopolio del commercio su strada, conquistato a suon di reati: dalla truffa al falso, fino alle minacce.

Accusa che, come molte altre contestate dalla Procura, non ha comportato una condanna: Proietti e gli altri imputati sono stati assolti da alcune imputazioni per intervenuta prescrizione - diversi episodi sono avvenuti addirittura nel 2010 o nel 2013 -, da altre per difetto di querela e da altre ancora per non avere commesso il fatto.

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LE ACCUSE

Ma veniamo ai capi di imputazione per i quali c'è stata la condanna. Negli atti della Procura si legge che Augusto e Claudio Proietti «minacciavano, opponevano resistenza e offendevano l'onore e il prestigio di personale della Polizia Locale», intervenuto il 13 gennaio 2016 per effettuare controlli delle autorizzazioni di vendita ambulante, «al fine di far omettere il compimento di un atto d'ufficio». In particolare, Augusto sarebbe entrato all'interno dell'area interessata dal sequestro, delimitata dagli agenti tramite un nastro, ostacolando le operazioni, gettando in strada la merce e urlando: «Siete una banda di ladri! Mi avete rotto, siete solo buoni a rubare. Ce l'avete sempre con me, domani monto di nuovo il banco e voglio vedere se avete il coraggio di sequestrarmi di nuovo tutto». E ancora: «Ti denuncio, giuro sui miei figli, ti chiederò il risarcimento danni di almeno 50mila euro». E rivolto al figlio: «Quando li arresteranno faremo una grande festa».

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LE DENUNCE

Il re degli ambulanti è anche stato condannato per calunnia, per avere presentato in Procura e in altre sedi delle denunce contro alcuni agenti del II gruppo, accusandoli di essere corrotti e definendoli «miserabili, infami, delinquenti», è scritto nel capo di imputazione. In riferimento a uno degli agenti, Proietti si sarebbe addirittura augurato la sua morte per poter fare bisogni sopra alla sua tomba. L'ambulante è stato anche condannato per avere minacciato «con condotte reiterate» un funzionario del Campidoglio, all'epoca direttore del Dipartimento attività economiche e produttive. La Procura ha descritto diverse irruzioni improvvise all'interno degli uffici comunali. Il giudice ha disposto il risarcimento delle parti civili: per sette vigili è stata stabilita una provvisionale da 1.000 euro a testa, insieme alle spese di giudizio, pari a 11.382 euro. Anche per altri due caschi bianchi è stato disposto un risarcimento da 1.000 euro, oltre a 6mila euro di spese di giudizio. Mentre per il funzionario comunale il risarcimento ammonta a 3mila euro, oltre a 2.500 euro di spese processuali.
 

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