Roma, uccide tre prostitute in Prati. Nessun disturbo mentale: «De Pau può restare in cella»

Il killer era stato prosciolto nel 2006 dall'accusa di stupro per infermità mentale. Ora la perizia dei pm

Roma, uccide tre prostitute in Prati. Nessun disturbo mentale: «De Pau può restare in cella»
di Valentina Errante
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Martedì 5 Settembre 2023, 06:21 - Ultimo aggiornamento: 06:22

Nessuna infermità mentale. Giandavide De Pau, l'ex autista del boss Michele Senese che lo scorso novembre ha massacrato tre prostitute a Prati, non ha alcun disturbo psichiatrico che lo renda incompatibile con il carcere. Lo ha stabilito la perizia disposta dalla procura nell'ambito dell'inchiesta sul triplice omicidio. E adesso i pm si apprestano a chiudere le indagini, anche se è probabile che davanti al gip, l'avvocato difensore, Alessandro de Federicis, chieda un'ulteriore accertamento clinico per l'indagato che il 17 novembre scorso, sotto l'effetto di cocaina, ha inferto decine di coltellate alle sue vittime, compiendo i tre omicidi, in luoghi diversi del quartiere Prati, in meno di un'ora. Tanto più che nel 2006 era stato prosciolto dall'accusa di violenza sessuale per infermità mentale.

LA PERIZIA

La diagnosi che lo aveva salvato dal carcere e gli aveva aperto le porte dell'Ospedale psichiatrico di Montelupo Fiorentino, salvo poi consentirgli di ritornare in libertà dopo due anni, era di un "disturbo borderline in personalità antisociale", ma adesso la nuova perizia, firmata dal professor Fabrizio Iecher, che sarà depositata nei prossimi giorni, non riconosce alcun disturbo all'indagato, dichiarando il profilo dell'ex autista di Senese, abituale consumatore di cocaina, compatibile con il regime carcerario.

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Così adesso la procura si appresta a chiudere le indagini e chiedere il rinvio a giudizio per il killer delle prostitute che, durante gli interrogatori aveva dichiarato di non essere in grado di ricostruire quella mattinata di folle violenza.

Ma il gip aveva concluso: «Contrariamente a quanto sostenuto circa il suo stato di confusione e di non ricordare nulla, gli elementi raccolti fanno presumere che fosse pienamente consapevole dei gravissimi fatti da lui commessi ai danni delle tre donne».

GLI OMICIDI

La mattanza del 17 novembre era cominciata alle 9.58 del mattino. De Pau aveva parcheggiato la sua auto in via Riboty, era entrato nel palazzo dove si prostituivano Li yan Rong, di 55 anni, e Yang yun Xia, di 45 anni. Il rapporto sessuale con la prima e la folle violenza, decine di coltellate. L'altra donna era intervenuta in soccorso dell'amica e la sua sorte non è stata diversa. Il cellulare di De Pau aveva ripreso le agghiaccianti immagini del massacro: due video uno della durata di 14 minuti e 33 secondi, l'altro di circa 42 minuti - che, si legge nell'ordinanza, «documentano in maniera incontrovertibile e raccapricciante l'omicidio delle due donne cinesi commesso da Giandavide De Pau».

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Alle 10.41, l'ex autista del boss era uscito lasciando una lunga scia di sangue e una delle due donne in agonia. Era andato in via Durazzo, dove l'attendeva l'altra vittima, Marta Castano Torres, 65 anni. Anche lei uccisa con incredibile ferocia in un quarto d'ora. Quindici minuti dopo l'ingresso nel palazzo le telecamere immortalano il killer mentre esce.
Nel 2006 De Pau era stato prosciolto per infermità mentale dall'accusa di violenza sessuale. La vittima era una ragazza brasiliana. La domnna era stata minacciata con due pistole e un coltello, picchiata a sangue e si era salvata dalla furia solo lanciandosi dal balcone.
 

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