A Roma spariscono 40 auto al giorno. Un giro d’affari milionario e un trend che anche nel 2023 conferma il picco di furti d’auto nella Capitale. Sono state circa 15mila le denunce per i veicoli rubati (secondo gli ultimi dati del Viminale che raccoglie i numeri di carabinieri, polizia e vigili). A cui si aggiunge l’escalation di furti di componentistica e pezzi: dai fanali al led, alle marmitte agli specchietti retrovisori, passando per ruote, batterie. Un’escalation difficile da arginare mentre carabinieri e polizia hanno avviato una fitta rete di indagini per mappare i ladri di auto che hanno fatto schizzare Roma in cima alla classifica delle città dove si registrano più furti di macchine. «Sono bande ben organizzate, professionisti del settore», sottolineano i carabinieri. Di più: a Roma non ci sono solo gang locali, ma anche gruppi organizzati dell’Est Europa che alimentano così il mercato nero delle auto.
La classifica
«Le Fiat Panda e le Fiat 500 sono i modelli più rubati tra le utilitarie.
L’allarme si allarga a macchia di leopardo in tutti i quadranti della Capitale: dall’Eur ai Parioli, Prati e Talenti. A Mezzocammino, periferia sud, in una settimana sono spariti dieci Suv. Poi ancora, nei quartieri a est della città. Secondo quanto ricostruito il mercato delle auto rubate è destinato all’Est Europa e al Nord Africa. La stessa direttrice che segue anche il mercato nero per i pezzi di ricambio “pregiati”. «Sono sempre più organizzati e aggiornati sui sistemi di sicurezza» confermano gli investigatori: «Sono bande che hanno a disposizione apparecchi in grado di disturbare i segnali satellitari. Ecco perché, una volta che la macchina viene rubata se ne perde ogni traccia». I veicoli infatti, prima di essere rivenduti ai mercati esteri - o smontati pezzo per pezzo - finisco in maxi depositi. L’ultimo è stato smantellato lo scorso maggio lungo la Casilina. A novembre invece, durante un altro blitz dei carabinieri a Tivoli in un capannone abbandonato hanno trovato decine di auto che due banditi stavano smontando. Ma: «Sono abili e spostano di continuo le loro basi operative» concludono gli investigatori.