Roma, l'assedio dei "buttadentro" nei ristoranti del Centro. «Per loro nessuna regola»

Sono almeno 600 gli “acchiappini” in città davanti ai locali, spesso molesti e aggressivi

Roma, l'assedio dei "buttadentro" nei ristoranti del Centro. «Per loro nessuna regola»
di Camilla Mozzetti
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Sabato 30 Settembre 2023, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 08:39

I meno avvezzi alla conoscenza delle lingue straniere tengono in mano la frase appuntata su un foglietto di carta e nascosta dietro al menu. È tradotta in spagnolo, tedesco, francese e inglese e, a seconda del turista che passa e di cui percepiscono la provenienza, la ripetono con forza convinti di attrarre così l'attenzione. In un caso su tre ci riescono: il turista si ferma, ascolta e viene spinto dentro al locale anche se un po' tentenna. Avanti il prossimo. A Roma li chiamano "buttadentro" e sono quelle persone che stazionano fuori dal locale, sia esso un bar, un bistrot o un ristorante, con il chiaro compito di attrarre e portar dentro i clienti. Un "censimento" vero e proprio non c'è ma, stando alle segnalazioni, sarebbero circa 600 che gravitano su 2 mila pubblici esercizi. Contro di loro il Campidoglio aveva promesso nei mesi scorsi, quando la città è tornata a riempirsi di stranieri, controlli serrati ad opera degli agenti della polizia locale di Roma Capitale.

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Non è solo una questione di decoro: l'uomo e la donna che urlano di fronte a un ristorante cercando di "acchiappare" il cliente limitano a quest'ultimo una scelta libera e incondizionata su dove fermarsi a mangiare. La scelta nei fatti viene loro costantemente e - guardando cosa accade nel centro storico - in maniera crescente negata. Da via del Lavatore a Fontana di Trevi, da via Sistina a Campo de' Fiori: acchiappa qui e acchiappa lì, ogni locale turistico ha il suo "buttadentro" schierato.

Formalmente non figura neanche come dipendente del ristorante, alcune volte è sì un cameriere altre, invece, una figura prestata al compito che può arrivare a guadagnare anche 3 mila euro al mese. E i controlli? Dal Campidoglio assicurano che questi ci sono ma per le strade della Capitale vigili con blocchetto in mano, per far rispettare anche i limiti previsti dal codice della strada sulle occupazioni di suolo pubblico, se ne vedono sempre di meno. E dipenderà senz'altro anche dal fatto che gli agenti mancano e quelli in servizio sono chiamati a svolgere moltissime mansioni (sempre il Comune ne cerca almeno 860 anche in vista dei grandi eventi attesi in città ndr) ma chiaramente ad approfittarsene sono molti. Dal I Municipio l'assessore al Commercio Jacopo Scatà invoca «un maggior controllo e verifiche serrate». Si attende risposta.

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L'OFFESA AL DECORO

Non c'è rispetto neanche sul fronte del decoro perché se è vero, ad esempio, che si attende un nuovo catalogo degli arredi per i ristoranti con posti all'esterno, considerato che il precedente di fatto non è stato mai rispettato, i menu che dovrebbero essere affissi o posizionati su specifici leggii spuntano anche sulle fioriere. "Carciofo alla romana, carciofo alla giudea, puntarelle in salsa" e poi ancora "cicoria ripassata, pollo con peperoni e maialino al forno": eccolo il menu di un ristorante di via Sistina che sfrutta suolo pubblico e che pubblicizza i suoi piatti scrivendo le portate su una fioriera.

 

La stessa usata erroneamente per delineare lo spazio esterno arredato con tavoli e sedie. Ma appunto, ancora si aspetta un nuovo catalogo degli arredi, così come si attende l'arrivo in giunta della delibera per le occupazioni di suolo pubblico. Tra l'assessorato alla Mobilità e quello alle Attività produttive è arrivato l'accordo: niente tavolini sulle strade cosiddette ad alta percorrenza e niente dehors in alcune piazze del Centro ma anche in zone lontane come l'Eur o l'Ostiense.
 

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