Villa Gordiani, esce per andare al lavoro e gli occupano la casa Ater: irruzione di una romena con 3 figli e un nipote

Sgomberati dai vigili

Villa Gordiani, esce per andare al lavoro e gli occupano la casa Ater: irruzione di una romena con 3 figli e un nipote
di Fernando M. Magliaro
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Venerdì 18 Agosto 2023, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 17:04

Esce di casa per andare al lavoro, come fa tutte le mattina. Pochi minuti dopo, ad A. P. 54 anni, arriva una telefonata dai vicini: «Corri che ti sono entrati in casa». La casa è un alloggio popolare, un primo piano, in largo delle Terme Gordiane, a Villa Gordiani, V Municipio. Ad entrare, però, non dei comuni ladri, ma una donna con quattro bambini al seguito. Intervengono i vigli urbani del V Gruppo Casilino con il reparto di Polizia Giudiziaria Suppletiva diretto da Roberto Stefano. E partono lunghe e complesse trattative.

L'occupante, S. N., 43 anni, di nazionalità rumena, ha con sé i suoi tre figli: due maschietti, 11 e 15 anni, e una ragazza di 17 che si è portata dietro anche il figlio nato da appena tre mesi. E questo rende ancor più complesso riuscire a farla sgomberare.

FOLLA INFEROCITA

Anche perché nel frattempo, il tam tam dei vicini, dopo aver allertato il legittimo assegnatario della casa popolare, ha fatto radunare una folla inferocita sotto le finestre della casa. Da dentro, la donna schernisce chi sta fuori. La tensione aumenta. Stando alle prime indagini, la donna, i suoi tre figli e il nipotino, si sono introdotti, probabilmente grazie a dei complici, utilizzando una scala per arrivare al primo piano e da lì forzare una zanzariera approfittando di una finestra rimasta aperta per accedere nella casa.
In questi casi, spiegano dal Comando dei vigili urbani, la presenza di minori rende molto complesse le operazioni di sgombero. Non a caso, questa tecnica di utilizzare i bambini per non essere immediatamente allontanati viene utilizzata quando, ad essere occupati, sono immobili non assegnati legittimamente a qualcuno o sono in qualche modo abbandonati. Poiché, in caso di presenza di minori c'è l'obbligo di fornire assistenza a tutte le persone fragili, durante queste occupazioni le operazioni di sgombero dall'appartamento finiscono per richiedere più giorni, necessari a reperire altri alloggi da dare temporaneamente agli occupanti. Nel caso di Villa Gordiani di ieri, invece, il fatto che la casa popolare avesse un suo assegnatario regolare l'ha resa simile a una casa privata.

LA RITIRATA

Con grande pazienza, i vigili intervenuti hanno spiegato alla donna tutti i problemi giudiziari ai quali sarebbe andata incontro cercando, allo stesso tempo, di tranquillizzare i residenti e molti iscritti al comitato di quartiere che nel frattempo si erano radunati sotto il palazzo animati da intenzioni bellicose.
Alla fine, al termine di questa estenuante trattativa, la donna, dopo aver ricevuto dai vigili rassicurazioni circa l'incolumità propria, dei tre figli e del nipotino, si è risolta a lasciare la casa e ad andarsene. Non ha però evitato una serie di denunce. L'assegnatario della casa l'ha denunciata per furto in abitazione lamentando la scomparsa di un braccialetto in argento. I vigili l'hanno denunciata per una serie di reati fra i quali la violazione di domicilio, l'occupazione abusiva e il danneggiamento aggravato.

I PRECEDENTI

Sono numerosi i precedenti di alloggi popolari occupati abusivamente, in una città in cui il 40% degli alloggi popolari dell'Ater risulta occupato in modo irregolare. Il primo è quello di Ennio Di Lalla, 86 anni. Nell'ottobre 2021, Di Lalla si era assentato da casa per motivi di salute e, al suo ritorno, aveva trovato la casa occupata con tanto di nome rimosso dal citofono. In quell'occasione ci volle quasi un mese per riuscire a far sgomberare l'occupante, una donna proveniente dal campo nomadi di via dei Gordiani.
Ad agosto 2022, poi, il caso di Serpentara, zona a nord di Roma, vicino Fidene, dove una coppia riuscì ad occupare abusivamente la casa popolare in cui viveva il loro vicino dopo la sua morte, facendosi consegnare le chiavi dalla figlia del defunto con la scusa di vigilare che nessuno vi entrasse a rubare. Una volta dentro, vennero cambiate chiavi e serratura.
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