Apre account sui siti porno usando foto rubate dai social dell'ex collega, poi le minacce: «Pensati morta»

Arresto con flagranza per un 31enne

Apre account sui siti porno usando foto rubate dai social dell'ex collega, poi le minacce: «Pensati morta»
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 5 Gennaio 2024, 07:30

L'ammirazione che diventa ossessione. Il desidero, non corrisposto, che si tramuta in voglia di prevaricazione e volontà di dominio. Prima i fiori, poi perfino gli anelli, come quello speditole a pochi giorni da Capodanno per un valore di circa 2 mila euro, e a seguire le foto rubate dai profili social e usate per creare falsi account su siti pornografici fino alle minacce di morte: «La tua fine è vicina», e «pensati morta». Morta perché lei lo aveva rifiutato, allontanato. Gli aveva fatto capire che la gentilezza mostrata era solo frutto di un carattere docile, espansivo. Che null'altro poteva esserci fra loro. E nonostante l'avesse detto o fatto capire, proprio con l'arma della gentilezza, è stata perseguitata per mesi fino a che la polizia postale ha arrestato in flagranza differita un romano di 31 anni per stalking.

Ucciso dopo una lite con il vicino per i rifiuti: fermato 63enne

Figlio unico, di famiglia medio borghese, una laurea alle spalle e pure un trascorso da "collezionista" seriale di armi. Perché nel marzo del 2015 la Squadra Mobile grazie alla collaborazione con l'Agenzia governativa statunitense "Homeland Security Investigations" lo fermò mentre stava provando ad acquistare nel "dark web" il silenziatore per una pistola. Nell'appartamento dove viveva, al quartiere Africano, gli agenti scoprirono in fase di perquisizione un vero arsenale. L'allora studente universitario aveva un fucile mitragliatore AK 47 "Kalashnikov", una pistola Beretta modello "NANO" calibro 9 Para con puntatore laser, una pistola Glock calibro 9x19 con dispositivo per il tiro a raffica, numerosi caricatori, quattro silenziatori per arma da fuoco, nonché varie parti di arma e 500 cartucce di vario calibro.

LE MINACCE

A distanza di otto anni, dopo una sentenza passata in giudicato, il ragazzo divenuto uomo, prende di mira una giovane collega conosciuta sul posto di lavoro e inizia a perseguitarla con fare crescente per ogni rifiuto che lecitamente gli veniva corrisposto. L'uomo, attraverso l'ampia conoscenza dell'informatica, inizia a importunarla e minacciarla, fino a che la donna sporge denuncia spaventata per quanto stava vivendo. Inizialmente non sospetta di lui anche se le molestie diventano più insistenti quando la vittima blocca sul cellulare il 31enne cercando così di contenerlo e allontanarlo. La vicenda richiama un altro caso, avvenuto tempo fa, quando il dirigente di un'azienda provò ad assoldare sul "dark web" un killer per uccidere la donna che lo aveva rifiutato. Tornando alla vicenda in questione, il 31enne accuratamente sceglie i modi e i tempi per instillare la paura. Non c'erano solo frasi, comprese le minacce di morte, che pure venivano spedite da un indirizzo sconosciuto. La donna riceve a casa dei fiori, scopre che a suo nome ma naturalmente a sua insaputa, erano state attivate delle registrazioni su siti pornografici o di incontri a sfondo sessuale. A fine novembre le minacce di morte si palesano chiaramente: «La tua fine è vicina» e «pensati morta». Missive spedite alla vittima con un dominio estero che garantisce l'anonimato. L'attività della polizia ha permesso di appurare come una parte delle minacce online avvenivano attraverso l'uso di una Vpn romena. Il 31enne viene scoperto perché lascia delle "tracce" che vengono cristallizzate nell'ultimo episodio datato 28 dicembre. Prima di Capodanno la vittima riceve un anello in oro e brillanti del valore di circa 2 mila euro e acquistato online. La polizia ricostruisce l'operazione e accerta che a nome della vittima era stato aperto un conto corrente in una banca tedesca ma che la prepagata, associata a quel conto e usata per acquistare il gioiello, era invece intestata al 31enne. Così la polizia lo ha arrestato procedendo in flagranza differita, grazie alle prove raccolte sull'ultimo atto persecutorio consumatosi nelle precedenti 48 ore e cristallizzato con l'acquisizione delle tracce informatiche rimaste sul telefono del 31enne. Svoltasi la direttissima l'arresto è stato convalidato ai domiciliari con l'uso del braccialetto elettronico.

AL PRENESTINO

Ieri poi gli agenti di polizia del distretto Prenestino hanno arrestato, sempre in flagranza differita, un 34enne romano, A.
C., responsabile di atti persecutori nei confronti della sua ex compagna. La relazione fra i due, durata appena tre mesi, si era conclusa il mese scorso. Da allora l'uomo aveva iniziato a perseguitare la vittima fino a richiedere l'intervento di una volante lo scorso 19 dicembre per un'aggressione fisica avvenuta in strada. L'uomo aveva convinto la sua ex compagna a incontrarlo e in quel frangente aveva provato a baciarla mordendole il labbro e provocando una ferita che i sanitari hanno giudicato guaribile in dieci giorni. La vittima il giorno seguente sporse denuncia ma ieri si è arrivati all'arresto dell'uomo nel momento in cui sempre la vittima si è nuovamente recata dalla polizia denunciando una serie di minacce via social e sul cellulare. Nello specifico la vittima ha mostrato agli agenti un video in cui si vedeva l'uomo armato di pistola. A seguito della perquisizione domiciliare, gli agenti hanno rinvenuto una pistola usata nei tatuaggi. Per il 34enne, ieri sera, si sono aperte le porte del carcere. Infine, i carabinieri del Radiomobile compagnia di Ostia hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari a carico di un altro romano, 32enne, accusato di atti persecutori nei confronti della sua ex convivente. Nel dettaglio, anche in questo caso la vittima aveva sporto denuncia a seguito di un intervento dei militari in una palazzina di Ostia Antica lo scorso novembre. Un vicino sentendo i rumori e le grida all'epoca chiese aiuto e sul posto arrivarono i carabinieri che appurarono come l'uomo, a seguito della fine della relazione con la vittima avvenuta a luglio scorso, aveva iniziato a perseguitarla. Fisicamente e minacciandola altresì con messaggi e telefonate.

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