Autonomia, legalità e spiagge: le sfide per Ostia

(Foto di Paolo Caprioli/Ag.Toiati)
di Simone Canettieri e Mirko Polisano
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Giovedì 26 Ottobre 2017, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 12:04

Il prete rosso (ma con il gilet bianco), la grillina della porta accanto, la professoressa destra e il moschettiere dem. I principali candidati alle elezioni di Ostia - don Franco De Donno, Giuliana Di Pillo, Monica Picca e Athos De Luca - si sono confrontati nello studio del Messaggero Tv. Al centro: trasparenza nei bandi, lotta alla mafia e autonomia. I temi della campagna elettorale in vista delle elezioni del X Municipio, previste per il prossimo 5 novembre (ballottaggio, invece, il 19 novembre). Sul finale immancabili scintille con il gioco del fai una domanda a un candidato.
 

 

La prima cosa che farebbe da presidente?
«Trasparenza negli affidamenti e nei bandi», dice De Donno, il don di Ostia a capo della coalizione civica Laboratorio civico X. «Più agenti della polizia municipale (li chiederemo al Campidoglio), più telecamere in città e maggior decoro del verde», risponde la grillina Di Pillo. «La sicurezza è una nostra battaglia - incalza Picca - faremo un assessorato alla legalità, affiggeremo l'immagine di Falcone e Borsellino negli uffici del X Municipio, poi ripristineremo il poliziotto di quartiere e promuoveremo il progetto del controllo del vicinato». Infine De Luca a nome del Pd: «Ci batteremo per risolvere i problemi di sempre - spiega - dal dissesto idrogeologico, all'edilizia scolastica, passando per la Roma-Lido e il mare che deve essere aperto e accessibile a tutti».

Ostia esce da due anni di commissariamento con il prefetto Vulpiani. Come giudicate la sua azione? E quanto della sua azione recepirete e farete vostra sulle concessioni delle spiagge?
«Vulpiani ha fatto qualcosa, ma ha avuto difficoltà a comunicarlo - puntualizza De Donno - Chiederemo gli atti di ciò che ha fatto Vulpiani e valuteremo. Per il momento il voto è tra il sei e il sette, ma non sufficiente dal punto di vista della comunicazione e della partecipazione». «Faremo nostro il lavoro di Vulpiani, tanto che approveremo il Pua con le sue osservazione», ribadisce Di Pillo, ricordando l'abbattimento del lungomuro e la diminuzione delle concessioni da 73 a 7. «Siamo pronti a recepire le direttive di Vulpiani - fa sapere Picca - perché non abbiamo pregiudizi, ma vogliamo entrare nel merito e dire la nostra. Sono un'insegnante, ma in questa occasione non do voti». «Vulpiani? Insufficiente - scandisce il candidato del Pd - è stato poco coraggioso su certi problemi e ha fatto un lavoro di piccolo cabotaggio lì dove invece bisognava intervenire con incisività. Il lungomuro, per esempio: se il muro è abusivo va abbattuto, punto».

A Ostia c'è la mafia? E quale messaggio mandate alle famiglie malavitose del litorale?
«Ostia non è mafiosa - spiega De Donno - bisogna però lavorare sui commercianti per sconfiggere il racket e dare lavoro perché lì dove lo Stato manca attecchisce la criminalità organizzata». Ecco Di Pillo: «Via la mafia dagli uffici: per questo non faremo affidamenti diretti, ma bandi trasparenti». Picca per la destra: «Il nostro è un no secco a mafia e criminalità. Il X Municipio e i suoi residenti sono stati marchiati per colpa dell'ultima gestione politica. Ma sul territorio ci sono anche tante persone perbene che noi abbiamo il dovere di rappresentare».

«Intanto andate a votare - sottolinea De Luca - perché un presidente eletto con il consenso è legittimato dalla democrazia ancor di più. Un'affluenza bassa significa disaffezione. La legalità poi si fa con il lavoro degli assessorati come quello alla cultura e ai lavori pubblici».

Sarebbe pronto ad appoggiare un referendum, stile Catalogna, per staccare Ostia dal Comune di Roma?
«Chi governa resterà in carica al massimo tre anni - dice De Donno - non c'è tempo di pensare a queste cose. Anche se penso che Ostia potrebbe diventare un comune metropolitano». «Noi abbiamo da sempre fatto della partecipazione il nostro punto di forza - aggiunge Di Pillo - se diventare Comune significa favorire i poteri forti, diciamo no». «Cavalcare l'autonomia in questo momento significa cavalcare il consenso - spiega Picca - noi siamo per il decentramento amministrativo e della sua attuazione e saremo la spina nel fianco di Comune, Regione e Governo». Infine il democrat De Luca: «Ostia dovrà essere il primo grande comune metropolitano - specifica - I presidenti del Municipio dovranno essere responsabilizzati e avere maggiori risorse economiche per poter scegliere. Perché, per esempio, l'acquario non è stato fatto a Ostia?».

Queste elezioni saranno un termometro politico per la giunta Cinquestelle e per Virginia Raggi?
«Noi siamo l'alternativa - dice De Donno - siamo il partito della speranza perché le cose possano cambiare». «Un'occasione da non perdere - fa sapere Di Pillo- Virginia sta lavorando bene: sapete che da quando lei è sindaco ci sono 150 guasti in meno sugli autobus?». «Le elezioni di Ostia rappresenteranno l'avviso di sfratto alla sindaca Raggi - tuona Picca - contro l'immobilismo della sua amministrazione: sarà il riscatto del X Municipio». «Il Comune di Roma e il X Muncipio - aggiunge De Luca - stanno pagando un prezzo altissimo a causa dell'incapacità e dell'improvvisazione dei Cinquestelle. I cittadini di Ostia ci penseranno due volte prima di votarli».

Giornalisti per un giorno: può fare una domanda a un altro candidato.
De Donno incalza Picca sul valore delle consulte: «Rappresentano - risponde lei - la partecipazione cittadina. Le proporremo non solo per il volontariato ma anche per la cultura». La grillina Di Pillo attacca Picca sul caso Ignazio Cozzoli: perché non ti dissoci dal tuo sponsor politico che è stato arrestato? «Perché noi siamo garantisti, e non a intermittenza, come voi del M5S. Perciò aspetteremo che la magistratura faccia il suo corso». E subito c'è la contro domanda: Picca chiede conto a Di Pillo del suo ruolo di delegata del sindaco in questi mesi: una marchetta per le elezioni? «No, si tratta - risponde la grillina - di un incarico nel suo ufficio di gabinetto a tempo determinato come delegata ai municipi. Ero una funzionaria del Comune in aspettativa dal mio lavoro». Conclude De Luca che domanda a Di Pillo se firmerà il contratto con il M5S come Raggi e Lombardi (l'accordo prevede una multa da 150mila euro). Ecco la sorpresa della pentastellata: «No, non ho firmato nessun contratto».
 

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