Roma. caso rifiuti: l'assessore provò a vendere un impianto privato ad Ama

Roma. caso rifiuti: l'assessore provò a vendere un impianto privato ad Ama
di Michela Allegri e Sara Menafra
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Domenica 2 Ottobre 2016, 13:45

ROMA Un progetto per costruire un impianto su un terreno privato da vendere alla stessa Ama, ovvero alla municipalizzata della quale Franco Panzironi e Giovanni Fiscon erano i dirigenti di punta e Paola Muraro la consulente di massima fiducia. Oppure, se le cose non fossero andate per il verso giusto, da girare a qualche altra azienda, ma sempre dopo averci lavorato usando le strutture dell'azienda pubblica.
E' l'ultimo tassello dei rapporti tra i tre sui quali i procuratori aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino e il pm Alberto Galanti intendono avviare approfondimenti per ricostruire cosa si celasse e a che punto fosse effettivamente arrivato questa idea. Anche perché ci sono alcune costanti che si ripetono: pure in questa occasione, l'attuale assessore all'ambiente Paola Muraro risulta essere la consulente di fiducia e a tutto campo del dg Giovanni Fiscon e dell'ad Franco Panzironi entrambi finiti a processo per Mafia capitale. E, per di più, il nuovo impianto avrebbe dovuto sorgere su un terreno di proprietà di Alessandro Falez, l'ex vicepresidente della Fondazione Alcide De Gasperi con ottime relazioni in Vaticano, nonché l'uomo che fece entrare nella fondazione proprio Panzironi (le intercettazioni riveleranno poi che in qualche caso l'ad di Ama usava quegli uffici per ricevere le tangenti di Salvatore Buzzi).

LE TELEFONATE
E' l'ottobre del 2013 quando nei brogliacci di Mafia capitale salta fuori per la prima volta l'ipotesi di costruire a Latina un impianto anaerobico destinato al trattamento dei rifiuti organici e capace di rendere fino a 120 euro per ogni tonnellata di materiale smaltito. Tra Falez, Panzironi e Fiscon ci sono contatti costanti per mettere a punto il progetto. Paola Muraro, che dovrebbe avere incarichi specifici e documentati, viene inviata a Latina per controllare l'area e si occupa di parlare col commissario all'emergenza rifiuti Goffredo Sottile per assicurarsi che questi abbia il potere di dare tutte le autorizzazioni. Finché, il 29 ottobre 2013, Panzironi e Falez si accordano sulla vendita dell'impianto. Ad Ama o ad altri non importa. E' Panzironi, racconta un brogliaccio dei Ros, a dire che nel Lazio «praticamente nel centro sud non c'è nulla, ci sarebbe st'impianto non c'è nessun rischio». Falez lo interrompe e gli dice: «Va beh se no prendiamo e vendiamo». Panzironi ribatte secco e dice che lo venderanno all'Ama. Pochi giorni dopo, il cda di Ama si dimette in tronco, lascia anche Panzironi che però quel piano B ce l'ha ancora in testa. Il 6 novembre «Paola Muraro e Franco Panzironi parlano del progetto sull'impianto di trattamento rifiuti (di Trento)», dicono i brogliacci di Mafia capitale. E c'è la nuova idea: «Panzironi riferisce che sarà l'amministratore delegato della società che gestirà l'impianto e prospetta alla donna la possibilità di assumerla in qualità di tecnico all'interno della nascitura società».

LE ALTRE ACCUSE
Le intercettazioni sono state acquisite nell'ambito della nuova indagine sul ciclo dei rifiuti laziali, in cui l'assessore è indagata per violazione della normativa ambientale e abuso d'ufficio. La prima contestazione è relativa al lavoro da lei svolto nei due impianti di Tmb della municipalizzata, in via Salaria e a Rocca Cencia. Doveva controllare che venissero rispettati i parametri sull'inquinamento monitorando la qualità dei rifiuti in entrata e in uscita, ma il sospetto è che gli stabilimenti abbiano prodotto materiali non a norma. La seconda contestazione, invece, si riferisce al trattamento privilegiato che Fiscon avrebbe riservato all'assessore. I due sono stati indagati in concorso: l'ex dg avrebbe fatto in modo che la Muraro, a cui era legato, ottenesse più ingaggi del dovuto. La super esperta potrebbe essere accusata anche di aver favorito il ras delle discariche laziali, Manlio Cerroni.
Dopo la notizia delle nuove accuse sul suo conto, ieri l'assessora all'Ambiente, per 12 anni consulente dell'azienda rifiuti, ha scritto su Facebook che «il rispetto della dignità delle persone deve sempre collocarsi al primo posto». Al suo staff la spiegazione ulteriore: «Ho toccato un sistema di potere che sta reagendo frontalmente contro di me e queste sono le conseguenze».