Roma, lo stalker resta un incubo: il bracciale non funziona, quando lui si avvicina l'allarme non scatta

La vicenda di una donna perseguitata da un uomo conosciuto sul posto di lavoro

Roma, lo stalker resta un incubo: il bracciale non funziona, quanto si avvicina l'allarme non scatta
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 14 Febbraio 2024, 06:52 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 09:05

Per settimane e poi mesi ha urlato come poteva la sua paura. Quell'uomo continuava a cercarla, a seguirla. Vedendosi respinto si appostava sotto casa e chi andava a pranzo o a cena da Caterina (il nome è di fantasia), rischiava di ritrovare, come poi è anche accaduto, le ruote dell'auto squarciate. L'incubo era iniziato l'anno scorso ed era cresciuto: «Sta venendo su proprio bene tua figlia», le disse l'uomo, di sei anni più giovane, un giorno dello scorso settembre al parco. L'aveva seguita e piazzandosi di fronte l'aveva fermata mentre era a passeggio con la figlioletta. Da qui le denunce, come quelle formalizzate al commissariato Aurelio, ma per Caterina non era stato ravvisato un vero pericolo. L'uomo infatti non l'aveva minacciata mai espressamente di morte. Ma i pedinamenti, i messaggi nel cuore della notte, le telefonate anche mute continuavano. Fino a quando il 10 gennaio scorso il suo stalker è stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento. Per lui nessun contatto con la donna attraverso cellulari o social oltre alla prescrizione di non avvicinarsi al domicilio di Caterina, a quello dei congiunti, al suo posto di lavoro e di mantenere una distanza non inferiore ai 500 metri.

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La misura

Due settimane più tardi, ovvero il 24 gennaio, sono stati istallati i dispositivi elettronici di controllo dal commissariato Primavalle. I "braccialetti": uno per la vittima uno per l'uomo accusato di stalking in attesa del processo che inizierà il prossimo maggio. Ma ecco la sorpresa: «Il braccialetto che mi è stato dato non funziona», denuncia la vittima anche per voce dell'associazione Bon't worry di Bo Guerreschi che assiste vittime di violenza e che segue il caso di Caterina ormai da mesi. Caterina se ne accorge perché una mattina si trova una volante della polizia sotto casa: il braccialetto dell'uomo aveva suonato indicandolo nelle vicinanze dell'abitazione della donna ma il suo dispositivo era rimasto "muto". Così il giorno stesso, ovvero il 7 febbraio scorso, varca di nuovo il commissariato Aurelio e mette a verbale: «Ho ricevuto il dispositivo anti-stalking ma sin dal primo giorno tale dispositivo all'interno della mia abitazione, e in quasi tutti i luoghi al chiuso, non hai mai funzionato regolarmente, lo stesso comincia ripetutamente a suonare e sullo schermo appare la dicitura "No gps ricerca segnale"».

 

I contraccolpi

Non c'è da spiegare cosa questa situazione abbia comportato: «Sono mesi che vivo un incubo - dice Caterina - e se quest'uomo si avvicina pur non potendolo fare, io di fatto non me ne accorgo». Con lei Bo Guerreschi che rimarca come l'uso di pur corretti dispositivi di tutela rischiano di vedere inficiata la loro oggettiva utilità nella misura del cattivo o assente funzionamento. Può capitare certo, come pure è stato rimarcato, che i braccialetti anti-stalking possano bloccarsi per una momentanea mancanza di copertura. «Mi hanno detto di metterlo vicino alla finestra quando sono in casa - conclude Caterina - ma il dispositivo continua a non funzionare come dovrebbe». La sua è una storia purtroppo simile a molte altre: uomini che perseguitano le donne anche per mesi e per mesi riescono a non essere fermati o bloccati. Poi quando si concretizza una misura che impone il divieto di avvicinamento o ogni tipo di contatto ecco palesarsi la distrofia del sistema. Caterina conobbe l'uomo mentre era a lavoro, in un supermercato della Capitale, non si è mai mostrata in modo diverso da una donna gentile ma dopo questa storia ha dovuto cambiare la sede di lavoro avendo anche dei problemi nel condominio dove vive perché la proprietaria di casa, che le ha affittato l'appartamento, non ha "gradito" la visita della polizia alle sei del mattino di un martedì che doveva essere come molti altri. Giorni "banali" di cui Caterina sente la mancanza.

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