Mario Amato, 43 anni fa la scomparsa del magistrato vittima del terrorismo: a Val Melaina il ricordo

Ieri mattina, in viale Jonio, 272, la cerimonia di commemorazione e la deposizione di una corona di fiori sul luogo dell'attentato

Il giudice Mario Amato
di Alessia Perreca
3 Minuti di Lettura
Sabato 24 Giugno 2023, 08:24

Era la mattina del 23 giugno 1980 quando Mario Amato, sostituto Procuratore della Repubblica, venne freddato con un colpo alla nuca mentre si trovava in viale Jonio, 272, in attesa del bus che lo avrebbe poi condotto nel suo ufficio, a Piazzale Clodio. Una morte già annunciata e commissionata, l’aveva definita un detenuto. Poche ore prima dell’agguato, il magistrato Amato aveva chiesto alla Procura di Roma un’auto blindata che lo accompagnasse nel suo ufficio, ma gli venne negata. Quel giorno l’autista non era disponibile. 

Il 1980, un anno difficile per l’Italia e per il mondo della magistratura. Sotto i proiettili del terrorismo caddero il giudice Mario Amato, impegnato in tante inchieste contro l’eversione di destra. E sempre nello stesso anno morirono Guido Galli, Nicola Giacumbi e Girolamo Minervini. Nemmeno la mafia fece sconti a nessuno. Sempre nel 1980, il 6 Gennaio, a Palermo, in via della Libertà, venne assassinato l'ex Presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella. Sette mesi dopo il Procuratore della Repubblica, Gaetano Costa - che aveva appena emesso i mandati di arresto contro vari esponenti del clan Spatola - venne raggiunto da cinque colpi di una P38, in via Cavour, a Palermo.

IL RICORDO DEL GIUDICE MARIO AMATO

In occasione del quarantatreesimo anniversario, ieri  mattina si è svolta la cerimonia di commemorazione del giudice Amato sotto la stele in viale Jonio, 272, e la deposizione di una corona di fiori.  «Sono stata molto onorata di aver partecipato alla commemorazione del giudice Amato in un ruolo diverso rispetto al passato», ha commentato al Messaggero la Vicepresidente ed Assessora alle Politiche Educative del Municipio III, Paola Ilari. «Il giudice Amato è stato un esempio grande di servitore dello Stato, ma le sue indagini avevano scoperto un sottobosco di relazioni nella politica, nella finanza e nel potere pubblico che lui aveva denunciato 10 giorni prima di essere ammazzato», prosegue ancora Ilari». «Aveva ereditato dal suo collega Occorsio i fascicoli sulla destra eversiva e scoperto che  il terrorismo fascista era molto pericoloso.

Non a caso gli stessi mandanti del suo assassinio, Mambro e Fioravanti, il 2 agosto 1980, furono gli artefici della strage di Bologna. Non dimentichiamo nemmeno la morte di Valerio Verbano, nel nostro municipio, che ha la stessa matrice». 

«Una famiglia meravigliosa: Giuliana, Sergio e Cristina. Da sempre hanno voluto la ricerca della verità con grande dignità e senza mai rabbia.  Sergio - sottolinea Paola Ilari - aveva solo 6 anni quando improvvisamente si trovò costretto a crescere e raccontare a sua sorella che il padre era stato ucciso. L’ amarezza che rimane - conclude la Vicepresidente - è la solitudine in cui il giudice Amato fu lasciato».

« Abbiamo partecipato alla cerimonia di commemorazione del sostituto procuratore Mario Amato, ucciso dai Nar, il gruppo eversivo di estrema destra, il 23 giugno del 1980, in viale Jonio, a Roma. Amato è stato un uomo di grande valore e un magistrato rigoroso, uno dei primi a ipotizzare le connessioni fra terrorismo nero e poteri pubblici deviati. Oggi, a quarantatré anni dalla sua scomparsa, gli rendiamo omaggio perché il suo esempio di correttezza morale e rispetto delle istituzioni arrivi alle giovani generazioni e resti vivo nella memoria di tutti noi», hanno dichiarato in una nota congiunta i consiglieri capitolini ( Iv), Valerio Casini e Francesca Leoni e la consigliera ( Iv) del Municipio III, Marta Marziali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA