Nascite in calo: chiude l'Ostetricia del Cristo Re. La proprietà intende proporre alla Regione una ricollocazione del personale medico

Chiude i battenti una "culla" di Roma, ottanta dipendenti in esubero

Nascite in calo: chiude l'Ostetricia del Cristo Re. La proprietà intende proporre alla Regione una ricollocazione del personale medico
di Raffaella Troili
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Giovedì 22 Giugno 2023, 19:26

Una “culla” di Roma chiude i battenti. E il motivo è la carenza delle nascite, nel Paese come nella capitale. Si tratta del reparto di Ostetricia dell’ospedale Cristo Re, in zona Pineta Sacchetti. La struttura, accreditata con il servizio sanitario nazionale e regionale, è diventata nel corso degli anni un punto di riferimento per migliaia di famiglie, non solo del quadrante, ma di tutta la città. Ma ora l’azienda ha fatto sapere che bisognerà trovare una nuova collocazione al personale: 83 tra ginecologi, ostetrici ed infermieri. Niente di ufficiale, tantomeno motivazioni, è arrivato al personale, solo rumors che hanno gettato nello sconforto i dipendenti di un reparto considerato d'eccellenza e che comunque si attesta ancora sopra gli oltre 1500 parti l'anno.  Spiega Stefano Barone segretario provinciale NurSind Roma (sindacato delle professioni infermieristiche): «Martedì alla luce delle chiacchiere che giravano abbiamo avuto un incontro con la proprietà. Ci ha illustrato le criticità e la necessità di chiudere il punto nascite visto che i numeri sono scesi».

L’obiettivo è cercare di tutelare il personale. «L’azienda ha detto che il personale infermieristico sarà ricollocato nella stessa struttura mentre ostetriche, puericultrici e medici potrebbero andare in aiuto al San Filippo Neri e al Santo Spirito, dove sono presenti due punti nascita». Questa la proposta che i vertici dell'azienda vorrebbero presentare alla Regione Lazio. «Naturalmente dovranno dare garanzie su come intendono intervenire per ricollocare il personale in esubero. La nostra perplessità riguarda la stabilità che verrà loro assicurata, visto che nel pubblico si entra per concorso. Non vogliamo contratti a tempo determinato. Questa la priorità, la certezza che il personale non rischi il posto». Insomma, se e come saranno ricollocati tutti, medici e infermieri.

Questo l'argomento al centro del prossimo incontro. «Aspettiamo indicazioni più precise, la Regione dovrà dire la sua in merito alla proposta, se è accettabile, in che termini, e la tempistica».


«Ho ricevuto la notizia della chiusura del reparto di ostetricia del Cristo Re, mi auguro non sia vera senza vi sia stata una consultazione - ha preso posizione il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca - Non posso ovviamente intervenire su quella che è la libertà di un imprenditore, di sicuro è terminata l’epoca in cui pensano di poter chiudere i reparti riconvertendoli in qualcosa di più remunerativo. Per cui non vi sarà una riconversione dei posti letto: il reparto di ostetricia, se verrà confermata la chiusura, verrà ridistribuito sulle strutture pubbliche o private accreditate». E ancora: «Il privato è libero di fare impresa ma non libero di dettare le condizioni alla Regione, è quest’ultima che detta la linea di programmazione». In campo anche il presidente di Assotutela Michel Emi Maritato: «No alla chiusura del reparto, un fiore all’occhiello della sanità cittadina in nome di calcoli ragionieristici - chiede - e siamo vicini alle mamme, alle famiglie, ai lavoratori che dovranno essere ricollocati, un fiore all’occhiello della sanità cittadina è destinato a chiudere. Motivo ufficiale, la contrazione delle nascite e quindi dei profitti per il gruppo privato Giomi, in controtendenza con le politiche a favore della natalità promosse dall’attuale governo».
Intanto, scoppia la rivolta di residenti: famiglie e mamme hanno lanciato una raccolta di firme on line contro la chiusura. La petizione “No alla chiusura del reparto di Maternità dell’ospedale Cristo Re” ha già raggiunto 10 mila firme.

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