Ucraina, nell'accoglienza dei profughi Rivodutri è un esempio

Ucraina, nell'accoglienza dei profughi Rivodutri è un esempio
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Lunedì 21 Marzo 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 14:06

RIETI - Felice e sua moglie Loretta non ci hanno pensato due volte. Anzi, a dirla tutta, manco una. «Oxana e suo marito Andreii fanno parte della nostra famiglia ormai dal 2014, dar loro una mano ci è sembrato del tutto normale». Nella frazione Colle Viglia di Rivodutri ci si conosce tutti, le case sono poche, sembra di essere tutti imparentati. Oxana è la badante della “leonessa” di casa, la centoduenne Maria che di cognome fa proprio Leone ed è la suocera di Felice, professore in pensione, scrittore e poeta. Quando la situazione in Ucraina inizia ad aggravarsi, è il padrone di casa con sua moglie a proporre ospitalità, senza neppure attendere che venisse richiesta: «Loro sono un popolo molto discreto, è difficile che chiedano. Anche per l’insalata dell’orto, devo sempre suggerire di andarla a raccogliere, fosse per loro non la prenderebbero mai!».

La decisione di ospitare si prende in fretta, tanto che perfino il sindaco Michele Paniconi apprende dei nuovi arrivi a cose già avvenute: «Quando ho attivato l’iter previsto con Prefettura, Asl e assistenti sociali, erano già arrivati».

O meglio, arrivate. A Colle Viglia, in casa di Felice e Loretta, giungono infatti un piccolo gruppo di giovanissime donne: la figlia e la nuora di Oxana e Andreii, insieme a una loro amica. 

La piccolissima Anna. E soprattutto, una nuvoletta rosa di soli cinque mesi che si chiama Anna e dorme beata nel marsupio di mamma. Della guerra lei non lo sa, e tra un pizzico e una carezza tutti sperano non lo sappia mai. A Rivodutri, come in tanti altri paesi del Reatino, la solidarietà tra compaesani non è certo mancata. E per l’intervista che leggete, il sindaco Paniconi ha messo a disposizione la sala consiliare, anche per dare un segnale di accoglienza comunitaria alle ragazze arrivate in paese da appena una settimana. L’italiano si smozzica, ma i traduttori automatici fanno egregiamente il loro dovere. 

Ilona ha ventiquattro anni e in patria insegnava inglese. Racconta di un padre che fa il medico all’ospedale «fortunatamente ancora in piedi» di Mariupol: «La città è occupata e ci sono problemi alimentari, ma al momento le cose ancora funzionano, anche se ieri tre razzi hanno distrutto alcune abitazioni». Roxsolana, venticinque anni, a Boryslav, circa 120 chilometri da Leopoli, lavorava per lo Stato nell’ambito della riscossione crediti. Ora non sa se quel lavoro potrà continuare a farlo e quando tornerà a casa: «Vorrei tanto tornare in Ucraina, ma chissà quando tutto questo finirà. Per adesso, vorrei tanto imparare l’italiano». Le attenzioni, nella piazzetta del Municipio di Rivodutri, sono però tutte per la ventisettenne Oxana, o meglio per il batuffolo che porta appeso al petto. Per la piccola Anna, giunta in Italia dopo un difficile viaggio, si stanno attivando in tanti. 
«La cittadinanza è magnifica», dice il sindaco. «Anche se non abbiamo dato notizia della cosa, la voce si è sparsa lo stesso e sono stati tantissimi i gesti di generosità. Ciascuno fa ciò che può: c’è chi ha portato la vasca per il bagnetto della bambina, oppure c’è stato un produttore di carne che è andato a casa di Felice con bistecche per tutti. Soprattutto si sente l’affetto, la sensazione di far sentire protette e “a casa” le ragazze». Deve averlo pensato anche la gatta Rosetta, che ha deciso di unirsi definitivamente e con grande slancio felino al gruppetto tutto al femminile. Stasera, nella casa “allargata” di Felice e Rosetta, si fa la pizza. Chi è addetto alla cottura, chi all’impasto, chi alla farcitura. 

Occasioni di aggregazione. Il professore tiene a sottolineare la sua passione per la letteratura ucraina, e spiega quanto sia importante creare occasioni di aggregazione che aiutino non solo a passare il tempo, ma anche a distogliere l’attenzione dai pensieri e dalle immagini che scorrono in televisione. 

Lui è l’addetto al forno, che deve essere a legna, «perché così la pizza è più buona». Capito, ragazze? Loro sorridono. Forse, non hanno capito granché, di certo hanno capito che stasera si respirerà l’odore di buono di una famiglia che si riunisce intorno a un tavolo, davanti a un pasto caldo e fragrante. E sul sonno della piccola Anna nessun ronzio di aerei e sirene, ma solo il cielo stellato di Rivodutri.

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