Lascia le due figlie alla cognata che vive a Stimigliano, poi riparte per combattere con il marito in Ucraina

Lascia le due figlie alla cognata che vive a Stimigliano, poi riparte per combattere con il marito in Ucraina
di Raffaella Di Claudio
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Sabato 19 Marzo 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 13:48

RIETI - Non capiscono perché la zia Victoria le chiama per fare una foto. Ma ubbidienti si siedono e attendono il click. Victoria ha 12 anni, una nuvola di capelli biondi e si chiama come la sorella del papà che l’ha accolta nella sua casa di Stimigliano. La secondogenita, Sofia, di anni ne ha sette (nella foto): in testa una treccia e sulle mani qualche graffio che le ha lasciato la sua gattina Nala. L’ha accompagnata in Italia, poi è ripartita insieme alla mamma che ha deciso di tornare nella loro città - Zolociv, 24 mila abitanti a 70 chilometri di Leopoli - per stare accanto al marito e fratello di Victoria, militare che lunedì andrà a combattere al fronte. Anche il padre di 64 anni e la nonna (84) di Victoria sono rimasti in patria. Potrebbero partire, ma non lo fanno. Prelevare soldi dai bancomat è impossibile e nei negozi sono rimasti solo latte e panna. Ma restano. 

La resistenza. «Il nostro popolo si sta dimostrando fortissimo: è il popolo che sta difendendo il Paese non i politici», dice Victoria che è sposata con un giovane di Stimigliano, ha due figli di 12 e 14 anni e mai avrebbe immaginato di vivere qualcosa di simile.

La sua famiglia è per metà ucraina e per metà russa: il russo era la prima lingua in casa loro. Avevano stima di Putin e non credevano che li avrebbe trascinati «in una guerra tra fratelli». Non lo pensava nemmeno la madre Alina: 64 anni, tanti trascorsi in Italia per poi tornare a Zolociv cinque anni fa. Fino a dicembre, quando una malattia l’ha costretta a trasferirsi dalla figlia per seguire le cure all’ospedale “Agostino Gemelli” di Roma. 

«Se non stesse così – dice Alina con gli occhi che si gonfiano di lacrime – sarei già tornata a casa». Chiama il figlio, il marito e la madre tutti i giorni e intanto prova a tranquillizzare le nipoti. «Ieri la piccolina – racconta nonna Alina – mi ha detto: “Nonna non voglio che quando torniamo non trovo più casa nostra”. “Certo che la troviamo, amore”, le ho risposto». Ma è difficile. E la paura cresce. Ogni giorno.

L’inserimento. Fortunatamente, possono seguire le lezioni on line con la loro scuola, ma senza libri. Quelli nella macchina che le ha portate in Italia – cinque persone, un gatto e un cane, riusciti a passare la frontiera con la Polonia solo in un secondo tentativo – non entravano. C’era posto solo per Dumbo, il peluche che il papà ha comprato a Sofia durante una gita. «Non lo lascia mai – racconta zia Victoria – e appena può si mette a fare disegni per i genitori. Quando mia cognata è partita ha pianto tantissimo e le chiedeva di portarla con lei. Victoria è più taciturna, secondo me farà ancora più fatica a integrarsi. Ora con il sindaco Franco Gilardi e l’amministrazione comunale di Stimigliano cercheremo di iscriverle a scuola perché hanno bisogno di socializzare. Mia mamma ha già iniziato a insegnare loro l’italiano: ha cominciato con i giorni della settimana e i colori. Sono fortunate perché hanno noi, una casa, ma non è semplice per loro abituarsi. Di colpo hanno perso tutto e non hanno i genitori accanto. Tra poco compiranno gli anni e cercheremo di festeggiarle al meglio per farle sentire amate e coccolate». 

Una comunità al fianco. Victoria e i suoi familiari stanno facendo il massimo e, fortunatamente, non sono soli: hanno un paese al fianco. «Non mi aspettavo tanta vicinanza - ammette la ragazza -. Tutti qui a Stimigliano sono pronti ad aiutare mi hanno ridato fiducia nel prossimo e nella capacità di essere umani. Oggi, una signora, al supermercato dove lavoro mi ha regalato una gift card come dono pasquale per le mie nipoti: mi sono commossa. Hanno portato vestiti e chiedono in continuazione cosa possono fare. Nonostante le difficoltà non ci fanno sentire abbandonati». 

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