Rieti, tifoso aggredito a Montegranaro:
sette sotto accusa

L'incontro in ospedale
di Massimo Cavoli
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Lunedì 16 Maggio 2016, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 13:36
RIETI - Un anno dopo da quel 17 maggio 2015, quando la Npc Rieti andò a Montegranaro per disputare la partita valida per i playoff di serie B contro la locale Poderosa Basket, sono giunte a conclusione le indagini coordinate dalla procura della repubblica di Fermo sull'aggressione compiuta da parte di alcuni sostenitori della squadra di casa a uno dei tifosi reatini che erano al seguito del quintetto nella trasferta marchigiana.

Sono sette i (presunti) componenti del branco (un maggiorenne e sei minorenni) accusati di aver circondato e picchiato Claudio De Santis, fino a causargli una brutta frattura del femore destro, in seguito alla quale è stato costretto ad affrontare un lungo periodo di convalescenza. Ma il sostituto procuratore Alessandro Piscitelli ha potuto chiedere al gip solo il rinvio a giudizio di M.R., 23 anni, residente a Montegranaro (colpito dal provvedimento dell'obbligo di firma, per lesioni personali gravissime, aggravate dal fatto di aver agito per futili motivi originati dal fatto che De Santis era un tifoso di Rieti e quindi di parte avversa.

Diversa la strada seguita dagli altri sei aggressori (A.A., L.S., M.L., N.C., F.B. e E.D'A.) che all'epoca dei fatti non risultavano ancora maggiorenni, già colpiti dal Daspo (divieto per tre anni di assistere alle partite) indagati per il concorso nello stesso reato davanti alla procura della repubblica presso il tribunale dei Minori di Ancona. L'udienza preliminare, confermano fonti giudiziarie marchigiane, si terrà a ottobre e De Santis - assistito dall'avvocato del foro di Rieti Fabio Clementi - si costituirà parte civile.

All'individuazione del gruppo i carabinieri della compagnia di Fermo sono giunti al termine di un'indagine che non ha tralasciato alcun elemento ma, soprattutto, bruciando i tempi visto che il rapporto sull'aggressione, contenente nomi e cognomi dei presunti responsabili, è stato consegnato al magistrato pochi mesi dopo la serata di violenza.

I FATTI
Decisive si sono rivelate alcune testimonianze e, anche, il riconoscimento fotografico effettuato in caserma da parte di De Santis di alcuni degli aggressori che, secondo il rapporto dei carabinieri, causarono prima la caduta sull'asfalto del tifoso reatino, quindi lo colpirono più volte con calci alla gamba destra finendo per procurargli la lesione del femore.

Claudio De Santis, figura molto conosciuta nell'ambito cestistico reatino per essere indiscutibilmente uno tra i tifosi storici della squadra che spesso ha seguito in trasferta, al termine della partita persa con Montegranaro stava raggiungendo, insieme al figlio e alla moglie, l'auto parcheggiata nei pressi del palazzetto dello sport.

I sabini non erano stati accolti bene dalla tifoseria locale (il pullman era stato preso a sassate), tra Rieti e Montegranaro c'è una rivalità antica ma quanto poi avvenuto non era stato affatto messo in preventivo dalle forze dell'ordine. E' stato così che De Santis si è ritrovato prima accerchiato da almeno una quindicina di persone, poi aggredito fino a cadere e a essere colpito. Frangenti concitati, durante i quali i primi a intervenire furono alcuni agenti della polizia municipale, riusciti a bloccare uno dei violenti.

L'inchiesta dei carabinieri della compagnia dei carabinieri di Fermo arrivò a una svolta grazie alla «scannerizzazione» dei volti di un gruppo particolarmente caldo di tifosi all'interno del palazzetto, fotogrammi inviati a Rieti dove De Santis ha provveduto al riconoscimento. Altri elementi hanno poi consentito di chiudere l'indagine e di arrivare alla richiesta di rinvio a giudizio.
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