Terremoto, il crollo del campanile
di Sant'Agostino è il simbolo
di un'Italia orrendamente ferita

Terremoto, il crollo del campanile di Sant'Agostino è il simbolo di un'Italia orrendamente ferita
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Mercoledì 18 Gennaio 2017, 21:48
RIETI - Il campanile di Sant'Agostino completamente crollato, macerie che si aggiungono ad altre macerie. Nella Amatrice già quasi rasa al suolo dal terremoto di agosto e da quelli che si sono susseguiti, il crollo dell'antica torre, sembra destinato a rimanere il simbolo dell'Italia centrale ancora una volta ferita dal terremoto, stretta dalla morsa del gelo, sepolta da montagne di neve.

«Proprio sul campanile era già stato programmato l'intervento per il consolidamento, eravamo pronti a cominciare il 23 gennaio», allarga le braccia sconsolata il segretario generale del ministero della cultura Antonia Pasqua Recchia. Come per le persone e le case, anche la situazione del patrimonio artistico, spiega l'alto funzionario, si è irrimediabilmente aggravata con le nuove scosse. Anche se molte verifiche non si sono ancora potute fare «in Abruzzo per esempio è stato impossibile arrivare, troppa neve, strade chiuse, anche i carabinieri hanno avuto difficoltà».

Impossibile, per il segretario generale, raggiungere Amatrice. «Ci abbiamo provato, alla fine siamo stati costretti a
fermarci a Rieti, dove c'è stata una riunione con la Protezione civile», spiega. Obiettivo, cercare di fare l'ennesima conta dei danni e dei problemi del patrimonio artistico. Le prime verifiche, spiega all'Ansa Recchia, hanno dimostrato che «dobbiamo fare fronte ad un aggravamento generalizzato con crolli specifici». Al momento il focus riguarda il Lazio e la zona di Amatrice, sottolinea, perché in Abruzzo la troppa neve e le strade interrotte hanno impedito anche le verifiche.

Il dramma più evidente, conferma, è il crollo della torre di Sant'Agostino nel centro di Amatrice. Certo, la torre «era stata irrimediabilmente danneggiata dai terremoti precedenti - sottolinea Recchia - sarebbe stato necessario smontarla, recuperare tutte le pietre per poi procedere al consolidamento», ora comunque il lavoro da fare sarà ancora peggiore. Strade permettendo però, assicura, i restauri non si fermeranno.

Bisognerà proseguire con il progetto per la messa in sicurezza della facciata e di quello che resta della chiesa di Sant'Agostino, «un lavoro molto complesso, con molti problemi strutturali da risolvere». Non solo: Per la chiesa di San Francesco, altra meraviglia del centro di Amatrice, «rimane la programmazione fatta: se le strade saranno percorribili, noi da lunedì cominceremo il cantiere a san Francesco, un cantiere complicato con problemi di sicurezza perché c'è una parete pencolante».

Contemporaneamente, aggiunge, «è stato programmato un intervento per la Torre del Museo Civico di Amatrice, che andrà smontata numerata e consolidarla». Tutti questi interventi sono stati confermati nella riunione di oggi a Rieti. «Sul resto del patrimonio siamo stati costretti a sospendere verifiche, non c'è la sicurezza. Abbiamo dovuto ritirare le 15 squadre che erano impegnate nelle quattro regioni. I tecnici non possono restare all'interno di monumenti con il rischio che crollino». Interrotta, causa terremoto, anche la gestione macerie, ovvero la complicata operazione che si fa per cercare di recuperare dalle macerie tutto quello che può essere recuperato.

Da domani ci si rimboccherà le maniche per riprogrammare tutti gli interventi. «Noi siamo operativi al cento per cento su tutte le linee che sono praticabili», ribadisce. Il programma è confermato, «se riusciamo ad arrivare con i mezzi, il resto a stretto giro». Per fortuna, intanto, i beni mobili sono stati in gran parte recuperati. «Ad Amatrice pure, in questi mesi abbiamo messo in salvo quasi novemila opere d'arte. Per il patrimonio di edifici c'è bisogno invece di una complessità di approccio che purtroppo richiede del tempo. Domani - conclude - avremo una visione più precisa. E la settimana prossima, se non ci saranno nuove scosse, si riprenderanno le verifiche ad ampio raggio».
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