RIETI - La quarta edizione de La Valle del Primo Presepe, a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, ha avuto una apertura espositiva molto limitata sia in termini di giorni che di sedi. L’unico sito accessibile è stato infatti quello delle arcate del Palazzo Papale di Rieti, che custodiscono le tre imponenti opere del maestro presepista Francesco Artese.
Sempre nel pieno rispetto delle normative anti-Covid in vigore, alle opere di Artese si è aggiunta l’esperienza dell'orto botanico medievale Hortus Simplicium e del Giardino della Valle del Primo Presepe, quest'ultimo realizzato proprio in occasione della IV edizione della manifestazione. A causa dell’istituzione delle zone rosse e arancioni, concomitanti anche con buona parte dei giorni festivi, si è dovuto rinunciare ad alcune giornate di apertura: tuttavia, i due luoghi espositivi hanno raggiunto anche grazie alla proroga dell’apertura al 2 febbraio un totale di oltre 11000 visitatori.
L’opera monumentale del maestro materano Artese intesa come un unicum composto dal trittico di rappresentazioni francescane non è da considerarsi solo un semplice “presepe”, bensì una rivisitazione in chiave artistica dei momenti salienti riguardanti la presenza del santo nella valle reatina.