Rieti, lo Strampelli di Campomoro
ha perso 3 milioni di finanziamento
per essere riconvertito a centro
di ricerca della filiera olivicola

L'allora visita al centro di granicoltura Strampelli del ministro Giannini
di Alessandra Lancia
2 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Settembre 2018, 18:02 - Ultimo aggiornamento: 18:03
RIETI - Chi si ricorda dello “Strampelli” di Campomoro? La “casa del grano” del genetista marchigiano doveva essere riconvertita e finalmente riaperta come centro di ricerca a supporto della filiera olivicola e olearia, grazie a un’operazione da 3 milioni di euro che coinvolgeva Crea e Università della Tuscia, condotta in porto a fine 2015 dal Miur dall’allora capo di gabinetto Alessandro Fusacchia. Ma tre anni dopo il centro di ricerca non c'è ancora, e i soldi del ministero non ci sono più. Che è successo nel frattempo?

Il terremoto del 2016 rese inagibile il complesso di Campomoro, Fusacchia lasciò il Miur e sul recupero dello “Strampelli” sono scese altra polvere e nuove ragnatele. Passato ai banchi della Camera, l’onorevole Fusacchia è tornato a chiedere lumi sul destino del centro di ricerca reatino, considerato lo stato di abbandono della struttura e considerato anche che la quota di finanziamento ministeriale (un milione e mezzo di euro) non è mai stata trasferita a Crea e Tuscia. In un’interrogazione presentata oggi in Commissione Cultura, Fusacchia ha chiesto rassicurazioni sul fatto che il finanziamento ci fosse ancora e se il Ministero fosse disponibile a raccordarsi con le forze locali per sbloccare la situazione. Il sottosegretario Lorenzo Fioramonti ha confermato la situazione di stallo seguita al terremoto e la difficoltà del Crea di trovare una sede alternativa.

Ma soprattutto ha ammesso che le risorse stanziate tre anni fa sono ormai cadute in perenzione: perché tornino ad essere disponibili servirà una nuova re-iscrizione al bilancio. Fioramonti ha comunque assicurato la disponibilità del ministero ad arrivare a una “soluzione qualificata”, pronto a “esplorare ogni soluzione utile al raggiungimento degli obiettivi a suo tempo individuati con il progetto” insieme ai soggetti già in campo o anche con altri che vi fossero interessati.

«Sono contento del chiarimento del governo ma resto molto preoccupato perché stiamo per perdere un’occasione unica per la città e per il Paese», il commento di Fusacchia, che comunque si è messo a disposizione del Miur per interfacciarsi con le forze reatine. «Non dobbiamo rinunciare a realizzare il progetto a Campomoro dove Strampelli lavorava. Con la Tuscia dobbiamo fare sinergia tra ricerca e didattica e dobbiamo coinvolgere altri attori di buona volontà che possano rimettere in moto il progetto, in primis la Fondazione Varrone. Bisogna evitare che dopo il danno del terremoto, peraltro non ancora quantificato, arrivi la beffa di perdere i fondi ministeriali e abbandonare il progetto. Bisogna lavorarci e tutti: il mondo non aspetta noi. Mentre da noi dipende quello che succede o non succede a Rieti».    
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA