La giuria ha pluripremiato gli studenti di “Secret Rieti” (visibile sul sito della scuola www.liceoartisticorieti.it) con il primo premio per la miglior regia e fotografia con la seguente motivazione: “per la padronanza tecnica, per l’alternanza tra drammaturgia onirica e divulgazione, per la precisione nell’alternanza delle immagini, per il taglio delle inquadrature”. L’opera prima si è aggiudicata anche il premio per il miglior attore: “per la gestione mimica e dell’espressività corporea, per la credibilità nel movimento, per aver accompagnato gli spettatori in un viaggio di scoperta”. Il premio consiste nella partecipazione ad un Master tenuto da altissimi professionisti del settore. Il concorso è stato realizzato grazie al contributo della Regione Lazio in seguito al Bando per gli Audiovisivi 2016, e realizzato in partenariato con Sabina - Polo Universitario di Rieti. E non è finita qui!
L’indirizzo Arti Visive ha ottenuto una menzione speciale per la scultura dipinta dello studente Gabriele Pescetelli esposta attualmente al Museo Nazionale di Palazzo Venezia a Roma, all’interno della prima Biennale dei licei artistici internazionali (Italia, Spagna, Regno Unito, Francia, Cina, Corea ed Estonia). Raggiunto telefonicamente uno dei membri della giuria, il Prof. Claudio Strinati - noto storico dell’arte e già soprintendente per il Polo museale romano - ha commentato così l’opera di Pescetelli, valente allievo del Calcagnadoro diplomatosi lo scorso anno: “Il lavoro di Gabriele Pescetelli ha avuto un impatto veramente forte e convincente sulla Giuria. A parte l’ intrinseco valore di questo lavoro, è proprio l’ intelligente e originale aderenza al tema proposto nel Concorso, quello del gioco, che ci ha indotto a conferire il premio a questo dotato studente. E’ effettivamente una eletta forma di gioco quella che Pescetelli mette in scena. Già la combinazione dei materiali la dice lunga sulle intenzioni dell’autore, che, come ogni vero “giocatore” è in grado di conglobare i diversi livelli dell’espressione in una struttura di evidente rigore e serietà. Il gioco è una cosa seria, ci ricorda Schiller nella frase che è stata posta a fondamento del Concorso e Pescetelli d’istinto l’ha presa alla lettera. Il “suo” van Eyck viene a ammonirci e a divertirci al contempo, per cui l’idea dell’iperbole visiva che è strutturalmente contenuta in quel sublime ritratto, viene riformulata dall’artista moderno nei termini di una divertita presentazione dove i materiali escono letteralmente dal quadro e lo trasformano in un illusivo personaggio che, proiettato da un passato remotissimo, casca dentro alla scena contemporanea, lasciando dietro di sé una striatura di ambiguità e di ammiccamenti, entro certi limiti non del tutto comprensibili ma latenti. Un bel lavoro, insomma, maturo e consapevole di un giovane che manifesta un chiaro talento di artista”.
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