Rieti, residenti e autolavaggio: ancora contrasti per le condizioni dell'area

L'area
di Emanuele Faraone
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Martedì 31 Maggio 2022, 09:11

RIETI - C’è di nuovo aria di polemica e contestazione a piazza Tevere per l’autolavaggio lungo la Terminillese. Non si sono di fatto mai sopite le rimostranze che, da diversi anni, vengono portate avanti (e anche formalizzate con esposti) dai residenti di alcuni condomìni di via Isonzo e lungo la Terminillese nel quartiere di piazza Tevere. Il nodo della discordia è l’autolavaggio “I Faraoni”. Lamentele che riguardano le condizioni igienico-sanitarie delle aree perimetrali agli edifici, ma anche le continue infiltrazioni di acqua riscontrate nei vani garage, cui va ad aggiungersi la rumorosità di un esercizio commerciale attivo praticamente tutti i giorni dal mattino alla sera con orario continuato, senza l’osservanza di chiusure settimanali né di giornate di riposo nei giorni di festa. Situazione che va ad aggravarsi durante i mesi invernali con il ristagno di acqua e la presenza di maggiore umidità. Spesso anche gli accumuli rifiuti (taniche vuote, panni usati per la pulizia auto) sono stati oggetto di segnalazioni e lamentele.

Un braccio di ferro che non è mai arrivato ad una svolta reale e concreta e che ha visto i residenti della zona inviare vari esposti agli enti locali preposti come l’Arpa o la polizia municipale al fine di valutare la situazione igienico-sanitaria, i parametri di legge della tollerabilità delle immissioni rumorose e i preposti regimi autorizzativi per l’espletamento dell’attività.

Addirittura nel mese di ottobre del 2020 l’ex consigliere comunale Andrea Sebastiani (Gruppo misto) si era fatto portavoce delle istanze dei residenti della zona chiedendo al sindaco Antonio Cicchetti l’emissione di un’ordinanza cui seguì un’interrogazione a risposta scritta. Solleciti caduti nel vuoto. Nel 2017 anche l’ex sindaco Petrangeli era stato interessato arrivando ad un’ordinanza di interdizione all’uso dei macchinari all’interno dell’autolavaggio fino a quando non fosse stata effettuata una valutazione di impatto acustico. Iniziative che però non avevano portato alla risoluzione della controversia. L’attività nel tempo starebbe causando – come lamentato dai residenti – infiltrazioni negli scantinati e negli intradossi arrecando pregiudizio agli edifici interessati. Tutto in regola (adempimenti, autorizzazioni) hanno sempre precisato dall’autolavaggio. Sarà possibile una convivenza pacifica?      

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