Poco meno di 400 i bambini che hanno aderito (il 73%) raccogliendo un campione di urine. Parallelamente, ai genitori sono stati somministrati dei questionari. Obiettivo del progetto è quello di tracciare un profilo di rischio di esposizione a tossici e cancerogeni ambientali nei bambini residenti in tre specifiche aree della provincia: urbana, industriale e rurale. “Essendo la provincia di Rieti una realtà più piccola – spiegano gli esperti che hanno portato avanti la ricerca – si pensava che i dati potessero essere migliori di quelli nazionali, invece gli stili di vita emersi non rassicurano”.
A preoccupare è, in particolare, l’esposizione al fumo passivo in ambiente domestico e l’inattività fisica. “Un terzo dei bambini è in sovrappeso oppure obeso - spiega Carmela Protano, responsabile scientifico della ricerca –Una epidemia di cui spesso non abbiamo la percezione. Rispetto all’aria atmosferica i bambini sono esposti ad una minore concentrazione di inquinanti, il problema è rappresentato invece dall’esposizione al fumo passivo in ambiente domestico. Abbiamo visto che quando vivono con almeno un convivente fumatore, si registra una elevata presenza di inquinanti, quando a fumare sono in due, la situazione peggiora. Poi c’è il fumo di terza mano, quello che persiste, anche se la sigaretta è stata fumata non alla presenza del bambino. Quel bambino risulterà comunque esposto ad una certa quantità di inquinanti”.
Dall’analisi dei dati è emerso che il 41,4% dei partecipanti ha vissuto con almeno un fumatore e quasi la metà dei bambini esposti al fumo di tabacco, ha vissuto con uno o più fumatori che non osservano alcun divieto di fumare in casa. I maggiori fumatori si registrano nel comune di Cittaducale, dove il 50% dei bambini coinvolti nella ricerca vive con almeno un convivente fumatore. A seguire Poggio Moiano e Rieti. Per questi bambini aumentano i rischi di sviluppare malattie croniche, cardiovascolari, tumori, diabete, malattie polmonari.
Normalmente per avere efficaci interventi di promozione della salute è necessario un approccio integrato in cui collaborano attori diversi: le scuole, i decisori politici locali, che potrebbero incentivare le pratiche sportive, i genitori, che devono essere veri modelli, tutelando i bambini in maniera completa. Una parte della ricerca, che è ancora in fase di elaborazione, vista l’enorme quantità di dati (25 mila determinazioni analitiche), è stata presentata in un convegno internazionale di sanità pubblica, i dati sono stati pubblicati anche su una rivista scientifica internazionale.
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